“Addio a Florio Casati: l’ultimo saluto all’alpinista monzese”
La comunità degli appassionati di montagna ha salutato con queste parole Florio Casati, alpinista di Monza residente a Villasanta, scomparso nella notte tra venerdì 8 e sabato 9 dicembre.
Casati, uno dei fondatori della società alpinistica Pell e Oss, aveva compiuto cento anni il 27 agosto scorso. Di temperamento forte e con un fisico da vero “muntagnatt”, Casati era stato festeggiato lo scorso ottobre dai rappresentanti delle società alpinistiche monzesi presso la sede del Fior di Montagna in via Dottesio, che ospita anche altre associazioni di montanari. Fino a poco tempo fa, era possibile incontrarlo nel negozio di famiglia, la Fototecnica, situata a pochi passi dal comune di Monza.
Casati accoglieva i clienti e raccontava delle sue esperienze in montagna. La passione per le vette era nata da giovane, anche se aveva iniziato a scalare dopo il servizio militare, alla fine della seconda guerra mondiale. In precedenza, insieme ad altri amici, si arrampicava su una parete molto particolare. I monzesi appendevano corde ai chiodi che sporgevano dai muri della casa ex Gil (oggi Binario 7) e immaginavano di essere in cordata.
Nel 1946, Casati e altri dodici amici hanno fondato la Pell e Oss. Erano giovani volontari, ma magri e senza soldi (da qui il nome della società), e il Cai non li ha accettati. A quel punto, si sono rivolti all’Unione Operaia Escursionisti Italiani e hanno fondato la loro associazione all’interno di essa. Il gruppo partiva in treno da Monza, principalmente la domenica mattina, alla volta delle montagne lecchesi. Presto si unirono a questi giovani anche persone provenienti da altre città. Successivamente, diventarono sempre più esperti e affrontarono scalate più complesse. Tra le vie più difficili affrontate da Casati, c’è sicuramente quella del Furggen, al confine tra la Valle d’Aosta e la Svizzera, percorsa nel lontano 1946.
La Pell e Oss è stata anche la “casa” di alpinisti che hanno scritto la storia, come Walter Bonatti e il villasantese Andrea Oggioni, e di validissimi scalatori come Josve Aiazzi, Carluccio Casati, Camillo Barzaghi, solo per citarne alcuni. Con Bonatti, Casati ha instaurato una grande amicizia. Il grande alpinista è stato il padrino di uno dei figli di Casati (che è stato battezzato con il nome di Valter) e trovava in lui un confidente per i suoi segreti. Non era raro che solo Casati sapesse delle sue ascensioni, tenute nascoste a tutti.
Al mattino, Bonatti lasciava la sua moto in custodia a Casati e poi andava in stazione a prendere il treno, facendosi promettere di non dire a nessuno dove stesse andando. Bonatti faceva al suo amico una raccomandazione: “Se non dovessi più tornare, solo tu sai dove sono andato”. Casati sarà salutato per l’ultima volta lunedì 11 dicembre alle 10.45 nella cattedrale di Monza.