Sono state trovate delle siringhe usate nella stanza dell’albergo di Mattarana dove il 6 dicembre è stata uccisa Rossella Cominotti. Le siringhe e alcune dosi di eroina fanno pensare a una ricaduta per Zenucchi, che in passato era un tossicodipendente ma era riuscito a uscirne dopo un periodo trascorso in comunità. Dopo aver ripreso una vita normale e aver preso la decisione di subentrare nell’edicola-cartoleria di Bonemerse, Zenucchi è attualmente detenuto nel carcere di Massa Carrara in attesa dell’interrogatorio da parte del Gip che si terrà domani.
Prima di arrivare all’Antica Locanda Luigina nell’entroterra spezzino, la coppia aveva soggiornato all’hotel Napoleon a Pontremoli e successivamente all’Hotel Doria di Lerici. Un itinerario che sembrava una normale vacanza ma che ha avuto un epilogo tragico.
Ci sono ancora molti aspetti da chiarire in questa vicenda, a cominciare dalla vera volontà dei due di suicidarsi, come ha dichiarato l’uomo nel primo interrogatorio del Pm, il pomeriggio di venerdì 8 dicembre. Verrà eseguita una perizia calligrafica sulla breve lettera trovata in camera, “Il nostro amore sarà eterno. Abbiamo preso questa decisione che forse nessuno potrà capire…”, per capire se sia stata scritta proprio da Rossella. Potrebbe essere utile confrontarla con il biglietto scritto a mano e incollato all’ingresso dell’edicola di Bonemerse il 28 novembre, che annunciava la chiusura per motivi familiari.
Se venisse confermato che Rossella ha scritto l’ultima lettera, si rafforzerebbe l’ipotesi dell’omicidio-suicidio. Tuttavia, al momento nessuna ipotesi può essere esclusa, nemmeno quella della fuga per debiti, anche se sembra che i due non avessero problemi economici nonostante l’investimento nell’edicola non stesse andando bene.
La sera prima di lasciare Cremona, stando a quanto detto da Zenucchi al pm subito dopo essere stato fermato, i due avevano provato a tagliarsi la gola e i polsi con le lamette dei rasoi per parrucchieri, il lavoro che Rossella faceva ancora a domicilio, ma non ci sono riusciti. Poi hanno deciso di chiudere l’edicola e partire per la Liguria perché Rossella voleva vedere il mare. Pare che si siano portati anche una bottiglia di prosecco e una somma di denaro considerevole.
Durante la fuga ci sono stati altri tentativi di suicidio: il primo appena arrivati alla Locanda di Mattarana. Dopo due giorni passati in camera, martedì 5 dicembre Zenucchi è sceso al bar dell’albergo per ordinare bibite e brioches; il giorno successivo alle 18 ha riprovato con il rasoio tagliandole i polsi e questa volta, dopo una lenta agonia durante la quale l’uomo è rimasto sempre accanto a lei, Rossella è morta dissanguata. A quel punto, Zenucchi ha cercato di tagliarsi le vene ma non ci è riuscito e questo sarebbe stato il suo grande rimpianto.
È rimasto accanto al corpo della moglie tenendole la mano fino a quando, la mattina dell’8, ha preso un caffè al bar dell’albergo ed è salito in macchina deciso a schiantarsi lungo una strada rettilinea, ma è stato fermato dai carabinieri prima che potesse farlo.