Condannato a sette anni di reclusione per aver tentato di uccidere la zia acquisita, l’imputato di 29 anni ha ricevuto il verdetto dal tribunale di Varese. Il pubblico ministero aveva richiesto una pena più severa, ovvero 12 anni e 5 mesi. Non ci sono dubbi sulle intenzioni dell’aggressore, che ha attaccato la donna di 40 anni mentre dormiva da sola nel suo letto. L’imputato le ha coperto il volto con un panno imbevuto di ammoniaca, una sostanza che può causare la morte di una persona, come ha affermato il pm nella sua requisitoria.

L’avvocato della difesa, Corrado Viazzo, ha sollevato delle perplessità durante il dibattimento. La vittima non è stata precisa sulla dinamica dell’aggressione e non ha saputo dire se l’imputato si è fermato da solo o se lei è riuscita a liberarsi. Entrambi hanno chiamato i carabinieri subito dopo l’aggressione e l’imputato è stato trovato in strada dai militari, ancora sotto l’effetto di alcol e cocaina assunti la sera prima. Aveva paura di poter essere ancora pericoloso se lasciato in libertà.

La difesa ha sottolineato l’utilizzo di ammoniaca trovata in casa come punto centrale della sua tesi. Secondo l’avvocato Viazzo, il prodotto per le pulizie non avrebbe potuto causare la morte della vittima considerando il breve periodo di tempo, circa dieci secondi, durante il quale il panno imbevuto di ammoniaca è rimasto sul volto della donna.

Le ragioni dell’aggressione non sono emerse durante l’udienza, dove l’imputato non ha negato di aver commesso il fatto. L’avvocato Simona Ronchi, che ha assistito la vittima, ha chiesto un risarcimento di 65mila euro per i danni subiti dalla sua assistita, ancora in cura dopo l’incidente dello scorso marzo. Il tribunale ha stabilito un risarcimento di 25mila euro.

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