Accusa di omicidio confermata e custodia cautelare in carcere per Alfredo Zenucchi, responsabile dell’omicidio della moglie Rossella Cominotti avvenuto il 6 dicembre scorso in un hotel a Mattarana, nella Spezia.
Durante l’interrogatorio con il giudice Dario Berrino a Massa Carrara, come riportato oggi da L’Eco di Bergamo, il 57enne di Peia nella Val Gandino ha ribadito la sua versione iniziale, ovvero che si trattava di un progetto condiviso tra i due con l’obiettivo di uccidersi, come pare avessero già tentato in passato. Un primo tentativo sarebbe avvenuto alla fine di novembre nella loro edicola, “Il cappellaio matto”, che avevano aperto all’inizio del 2023 ma che non aveva mai avuto successo. Sembrava che la coppia si fermasse anche a dormire lì su delle brandine.
L’arrestato ha accennato a un tradimento di fiducia da parte di alcune persone, anche se non ha fornito ulteriori dettagli in merito. L’attività dell’edicola non era mai decollata e forse la presunta decisione della coppia di uccidersi sarebbe stata influenzata anche dal fallimento di un progetto in cui avevano creduto, ma sono necessarie ulteriori indagini per approfondire questo aspetto.
Secondo quanto dichiarato dal suo avvocato Alberto Rimmaudo, l’uomo non ha interesse a difendersi e vuole solo portare a termine il suo proposito, anche se ha rinunciato all’ultimo momento nella camera dell’hotel quella sera quando la moglie è morta dissanguata per un taglio alla gola, causato da un rasoio trovato accanto al corpo sul letto. Nella camera sono stati trovati anche eroina e siringhe: in passato l’uomo aveva avuto problemi di tossicodipendenza e era stato condannato per minacce alla sorella nel 2015, ma dopo il trattamento in comunità nel 2016 era uscito pulito, anche se ogni tanto comprava ancora droga da uno spacciatore.
L’unico desiderio espresso da Zenucchi è quello di rivedere la moglie, ma è improbabile che questa volontà venga accolta dalle autorità. Il suo avvocato ha dovuto insistere per poter nominare un consulente che assistesse all’autopsia, che si terrà oggi a La Spezia.
Dalla testimonianza del 57enne sembra che la coppia sia partita da Cremona senza i telefoni cellulari, che sono stati sequestrati insieme all’edicola dalle forze dell’ordine, per non essere disturbati in quello che lui ha descritto come un ultimo viaggio. La vittima avrebbe insistito per andare in Liguria perché voleva vedere per l’ultima volta il mare prima di suicidarsi.
Avrebbero tentato il suicidio per la prima volta in hotel il 3 dicembre, facendosi dei tagli al collo, ma non erano abbastanza profondi e si erano rimarginati. Alle 13 del giorno dell’omicidio, la donna era ancora viva e aveva risposto al telefono alla proprietaria dell’hotel che l’aveva cercata. Durante il loro soggiorno, un vicino di stanza avrebbe sentito solo discussioni tranquille e il rumore della televisione accesa, secondo quanto riferito da Rimmaudo.
Dopo aver fallito nel tentativo di uccidersi e aver seguito la donna, secondo quanto dichiarato dall’uomo, è uscito dall’hotel e si è allontanato in macchina. Gli investigatori dovranno capire se la sua intenzione fosse quella di fuggire o, come affermato dall’avvocato, di schiantarsi contro un muro. Quest’ultimo ritiene che l’uomo stesse chiaramente girando in tondo nel suo percorso prima di essere bloccato dai carabinieri. L’avvocato non ha opposto resistenza alla custodia cautelare in carcere, ma ha raccomandato la sorveglianza del suo assistito per evitare gesti estremi.