I disagi dei pendolari: un appello alla politica
Questa mattina, puntuali come sempre, ci sono state soppressioni di treni e ritardi lungo la linea da Malpensa a Milano Cadorna/Centrale. Una pendolare di Busto Arsizio, Paola, ha deciso di condividere la sua frustrazione sulla pagina Facebook del Comitato Pendolari Trenord Busto Arsizio.
Prima di tutto, Paola fa una premessa: “Giusto per chiarire: PENDOLARE non è una parolaccia né una professione. Chi viaggia per studio o lavoro è ANCHE pendolare ma fa anche altro e vorrebbe usare le proprie energie per fare soprattutto altro.” Poi prosegue dicendo: “Voi che ci leggete, ditelo ai vostri colleghi, ai vostri amici, ai parenti, ai compagni di studio. Ditelo al medico che vi aspetta per la visita, al parente che andate a trovare in ospedale a Milano perché quelli di Busto e Gallarate sono in via di smantellamento, ditelo a quelli che ancora favoleggiano di amabili viaggi in treno con un libro in mano o chiacchierando con sconosciuti. I pendolari sono professionisti, studenti, commesse, infermieri, medici, docenti, imprenditori che viaggiano stipati con un occhio all’orologio e un orecchio al telefono per spiegare perché sono ANCORA in ritardo nonostante abbiano preso ‘il treno prima’, sono mamme e papà che devono spiegare alla babysitter che deve fermarsi ancora un po’ – si – anche oggi mi dispiace, o cercano qualcuno da mandare a scuola per recuperare il figlio in uscita. Sono ragazzi che allo stress dell’esame aggiungono lo stress di arrivare in tempo e non perché sono rimasti a letto. Sono persone che si alzano prima dell’alba, cielo nero e finestrini dell’auto ghiacciati, e poi arrivano in stazione per scoprire che il treno è in ritardo o soppresso. Sono persone che chiudono l’ufficio tardi, o fanno chiusura negozi (turni estesi in tempi di festa) e arrivano a casa 2 ore dopo perché il treno è guasto.”
Paola pone quindi una domanda: “È davvero possibile che la politica non veda i disagi di questa enorme fetta di popolazione? Io continuo a vedere post di politici che tagliano nastri, fanno foto con Babbo Natale o con il personaggio famoso di turno o commentano qualunque fatto di cronaca. I casi sono 3: a) noi siamo trasparenti, b) loro sono ciechi, c) ci vedono ma ci ignorano.”
Da parte di Paola, c’è un appello a tutti noi: “Invito tutti voi a parlare, a scrivere e a fare pressione sul vostro rappresentante politico di riferimento, ditelo a TUTTI che è indegno far vivere così le persone. Ogni giorno ci chiediamo cosa ci aspetta tra treni sporchi, in ritardo, viaggi ammassati, comunicazioni contraddittorie o fuori tempo massimo, stazioni diventare cantieri perenni, guasti ai treni come se non ci fosse un domani, scioperi (parlatevi ad un tavolo!!) e spesso è all inclusive. Noi vogliamo fare anche i PENDOLARI, ma solo per il tempo del viaggio, non può essere un’attività impegnativa quanto un lavoro. Essere pendolari è una necessità, non un vezzo.”