Il giudice Guido Salvini, noto per la sua lunga carriera professionale, si appresta a lasciare la magistratura dopo settant’anni di servizio. Durante la sua carriera, ha affrontato numerosi casi di rilievo, che spaziano dalla lotta al terrorismo all’inchiesta sul calcioscommesse, dalle indagini sulla criminalità all’interrogatorio dei giovani trapper. Salvini è una figura carismatica e indipendente, lontana dalle correnti della magistratura. Non ha mai esitato a esprimere opinioni anticonformiste e ha sempre dimostrato un forte impegno civico. Nel suo curriculum, vanta numerosi successi, tra cui la convinzione di centinaia di giovani a rinunciare alla lotta armata e a reinserirsi nella società. Ha anche contribuito alla scoperta dei responsabili dell’omicidio di Sergio Ramelli e ha partecipato alla commemorazione di quest’anno. Durante la sua carriera, Salvini si è occupato anche di casi mediatici come quello dei trapper Baby Gang e Simba La Rue. È stato consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’occultamento dei fascicoli relativi alle stragi nazifasciste e sul sequestro di Aldo Moro. Attualmente, è consulente della Commissione antimafia. Nonostante la sua lunga carriera, Salvini non si è mai interessato a incarichi direttivi, preferendo concentrarsi sulla comprensione e l’intervento nella realtà della sua città. Il giudice ha sempre sottolineato l’importanza della curiosità, della conoscenza del mondo, della sensibilità e della capacità di comunicare con gli avvocati e le parti coinvolte. Secondo Salvini, queste qualità sono spesso insufficienti nei giovani magistrati di oggi. Il giudice ha sempre avuto a cuore sia i processi di grande rilievo che quelli più piccoli, poiché per l’imputato comune ogni processo è importante. Salvini critica il sistema delle correnti nella magistratura e propone di spostare il Consiglio Superiore della Magistratura da Roma per ridurre le occasioni di incontri malsani. Alla fine della sua carriera, Salvini si prepara ad affrontare nuove sfide, tra cui dibattiti con gli studenti e un impegno nelle commissioni parlamentari. Il giudice lascia un segno importante nella storia della giustizia italiana e il suo nome è indissolubilmente legato alla strage di Piazza Fontana.

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