Nuove richieste della difesa nel processo per l’omicidio di Carmela Fabozzi a Malnate. L’avvocato di Sergio Domenichini, l’imputato, ha chiesto alla Corte d’Assise del tribunale di Varese di visionare l’arma del delitto, un grosso vaso di vetro, ascoltare una testimonianza di una donna che potrebbe essere importante per la difesa e consultare l’agenda sequestrata all’imputato il giorno dell’arresto.
La Procura di Varese non ha dubbi sul fatto che il vaso di vetro sia l’arma del delitto, in quanto sul collo del vaso sono state trovate le impronte digitali di Domenichini. Tuttavia, la difesa vuole chiarire un dettaglio riguardante la presenza di una “parte spigolosa” sul vaso, che non sarebbe menzionata nelle relazioni riguardanti l’oggetto e non sarebbe chiaramente visibile nelle foto prodotte.
Inoltre, la difesa ritiene importante la testimonianza di una donna che avrebbe visto la vittima a Malnate nell’orario dell’omicidio, compatibile con la presenza di Domenichini nella stessa zona. Tuttavia, l’accusa ritiene che le dichiarazioni della donna siano superflue, in quanto le immagini delle telecamere avrebbero già fornito riscontri alle indagini.
Nell’udienza di oggi sono comparsi diversi soci di Anteas, l’associazione di volontariato di cui faceva parte anche Domenichini. I soci hanno descritto l’imputato come un volontario modello, apprezzato per la sua disponibilità e puntualità. Nessuno dei volontari era a conoscenza dei precedenti penali di Domenichini e tutti sono rimasti sconvolti dalla notizia del suo arresto.
Il processo riprenderà a fine gennaio, quando saranno affrontate nuovamente le richieste della difesa.