Ieri sera al teatro di Sant’Anna a Busto Arsizio si è tenuto uno spettacolo che ha sorpreso il pubblico. Non si è trattato di un testo ardito o di scene surreali, ma di qualcosa di completamente inaspettato.
Ciò che ha colpito è stata la natura della compagnia teatrale: sul palco hanno recitato esclusivamente poliziotti del Corpo della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Busto Arsizio. Una decina di attori che hanno scelto di frequentare un laboratorio di espressione teatrale e che hanno portato in scena alcuni dei loro vissuti professionali, poco visibili per chi non conosce l’ambiente carcerario.
Non si è trattato di uno spot per omaggiare le Forze dell’Ordine o per dare un’immagine migliore del carcere. Ieri sera, con voce bassa, senza disturbare nessuno, sono stati raccontati frammenti di vita, una vita trascorsa dietro le sbarre ma indossando la divisa.
Spesso i media presentano il lavoro in carcere solo attraverso episodi tragici e dolorosi, diffondendo un’immagine distorta della quotidianità di questo mestiere. Tutti i lavori sono particolari, ma forse quello dell’Agente di Polizia Penitenziaria è l’unico che viene svolto in un contesto strutturato per limitare al massimo il valore della libertà.
Il teatro ha permesso ai protagonisti di dare voce a riflessioni intime, maturate nella quotidianità di un mestiere nascosto ma indispensabile. L’avvicinarsi del Natale ha poi permesso agli autori di alleggerire il testo e di scherzare con tenerezza sulla condizione degli operatori in servizio durante la notte magica.
Questa iniziativa teatrale fa parte di una serie di iniziative che mirano a promuovere il dialogo tra la Polizia Penitenziaria e la Comunità Locale. Tra queste ricordiamo il docu-film “Il presente del passato”, realizzato interamente dalla Polizia Penitenziaria e presentato alla scorsa edizione del BAF, e la cena benefica del 10 dicembre promossa dal Corpo Polizia Penitenziaria in collaborazione con i Servizi Sociali di Busto e Lions Club.
L’idea di creare questo laboratorio teatrale è nata dalla Direzione della Casa Circondariale e dalla dottoressa Maria Pitaniello, ed è stata realizzata come parte delle azioni di supporto psicologico rivolte al personale della Polizia Penitenziaria, sostenute dal Provveditorato Amministrazione Penitenziaria per la Lombardia. Il progetto è stato curato da Enaip, con la passione e la competenza di Elisa Carnelli e Massimo Lazzaroni che hanno accompagnato il laboratorio teatrale.