Un uomo di 35 anni è stato accusato dell’omicidio: presto verrà eseguita una perizia psichiatrica. Ricoverato al Policlinico di Milano, l’uomo parla di dover fare un viaggio e si riferisce alla madre come se fosse ancora viva.

L’uomo è sedato al Policlinico. È silenzioso, estraneo. Parla di dover fare un viaggio e parla della madre come se fosse ancora viva. È in uno stato mentale in cui nessuno è ancora riuscito ad entrare. Per questo gli psichiatri hanno consigliato agli investigatori di aspettare prima di interrogarlo. Bisogna capire se Guido Pozzolini Gobbi Rancilio sia in grado di comprendere ciò che ha fatto a sua madre Fiorenza Rancilio: uccisa con violenti colpi alla testa sferrati con un manubrio da palestra.

La palestra in casa
L’arma del delitto è stato un manubrio da palestra, uno di quelli in metallo rivestiti in gomma da 6-8 chili che si trovano in vendita per gli esercizi casalinghi. Gli investigatori hanno trovato l’attrezzo in una stanza accanto al salone dove è stata uccisa la donna di 73 anni. Gli altri manubri erano regolarmente in una camera adibita a palestra. Ma su quello fuori posto sono state trovate tracce di sangue con il luminol. Al momento del delitto, avvenuto nella mattinata di martedì, c’erano solo la vittima e il figlio 35enne in casa. La porta era chiusa dall’interno, tanto che è stato difficile entrarvi. Il figlio Guido era seduto a terra, sedato con benzodiazepine, in uno stato quasi catatonico. Non è chiaro se abbia assunto i farmaci con l’intenzione di uccidersi, ma il dosaggio non sarebbe stato comunque letale.

Il percorso di cura
Le indagini, coordinate dal pm Ilaria Perinu che ieri ha chiesto la convalida del fermo, dovranno ora ricostruire il percorso di cura di Guido Pozzolini Gobbi Rancilio. I disturbi legati alla schizofrenia erano noti. La madre Fiorenza aveva cercato l’aiuto dei migliori specialisti nel corso degli anni. I soldi non erano un problema per la famiglia, visto il considerevole patrimonio immobiliare. Tuttavia, alle visite mediche seguivano i ricoveri, poi anche un trattamento sanitario obbligatorio. E infine i momenti in cui le cure non facevano più effetto: quando lui interrompeva la terapia, quando riprendevano le crisi e quando distruggeva tutto in casa. Due anni fa, la polizia era intervenuta nella casa di via Crocefisso, tra corso Italia e la chiesa di San Lorenzo. Ma a quanto pare non c’erano stati episodi di violenza nei confronti della madre. Non ci sono state denunce.

Le crisi di rabbia
Negli ultimi mesi, però, la madre Fiorenza aveva confidato ai parenti e ai pochi amici che la gestione di Guido era diventata sempre più difficile. Le crisi di rabbia, i mobili gettati in aria, le sedie distrutte. Tanto che lei aveva iniziato a temere, ad avere paura di quel figlio diventato adulto e che non usciva quasi più di casa. Lei era l’unica persona di riferimento per lui. C’erano momenti in cui sembrava riprendersi, diventava lucido e voleva essere più coinvolto nella gestione delle due aziende immobiliari di famiglia. Poi ricadeva nuovamente. Il difensore del 35enne potrebbe richiedere una perizia psichiatrica sulle condizioni dell’indagato, anche per valutare la sua “imputabilità”.

L’autopsia
Nei prossimi giorni verrà eseguita l’autopsia sul corpo della donna di 73 anni. Gli inquirenti vogliono capire, attraverso i test tossicologici, se il figlio le abbia fatto ingerire sostanze per farla perdere conoscenza prima di colpirla con il peso da palestra. Bisognerà anche stabilire quante siano le ferite mortali, tutte concentrate sulla testa. I carabinieri hanno visionato i filmati delle telecamere del palazzo e non ci sono segni di persone che entrano o escono dall’appartamento. La responsabilità del 35enne è praticamente certa. Diversa sarà la valutazione delle sue condizioni mentali in relazione alla sua capacità di intendere al momento del delitto e alla sua eventuale capacità di affrontare un processo. Oggi, il peso di questa tragedia su una famiglia già colpita dalla morte di Augusto, fratello di Fiorenza, rapito e ucciso 45 anni fa a Cesano Boscone, è ancora più grande.

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