Milano, Fiorenza Rancilio è stata colpita con un manubrio da palestra nel suo superattico di via Crocefisso, nel centro della città. Si tratta di una tragedia senza senso, che ha coinvolto una madre che ha dedicato dieci anni della sua vita a lottare per suo figlio. Il figlio, Guido Rancilio, ha sofferto di fobie, manie di persecuzione e schizofrenia, che lo hanno portato a continui ricoveri e ad un Tso. Fiorenza ha sperato che suo figlio potesse trovare un equilibrio che gli permettesse semplicemente di vivere, ma purtroppo questo non è accaduto. Guido, a 35 anni, era chiuso in casa, senza amicizie e dipendente dalla madre. Ora Fiorenza non c’è più, è stata uccisa martedì mattina nel suo superattico. L’assassino è proprio suo figlio, Guido, che è attualmente in stato di fermo nel reparto di Psichiatria del Policlinico. Il pm ha chiesto la convalida per omicidio volontario aggravato dal vincolo familiare. Non si sa ancora se Guido sia imputabile o se abbia avuto un vizio totale di mente. Il suo avvocato chiederà una perizia sul suo stato di salute. L’arma del delitto, un pesante manubrio da palestra, è stata trovata dai carabinieri. Le indagini sono ancora in corso per scoprire i motivi del gesto. Guido sembra non rendersi conto di quello che ha fatto. Ha parlato di un viaggio da fare e di una valigia da preparare, come se sua madre fosse ancora viva. Saranno effettuate anche indagini sulla sua storia clinica, considerando che i suoi problemi psichiatrici erano noti. Fiorenza aveva confidato ai suoi vicini e ai suoi familiari di avere sempre più paura delle crisi violente di Guido. Negli ultimi mesi, lui si era chiuso ancora di più e aveva interrotto i rapporti con la sorella e lo zio. Ora nella casa rimangono solo lui e la madre, l’unica che non si è mai arresa alla sua malattia.