Tutti gli antifascisti imputati per i disordini avvenuti a Pavia il 5 novembre 2016 sono stati assolti. In quell’occasione, si era organizzata una contro manifestazione in risposta a un corteo di estrema destra per commemorare l’anniversario della morte del missino Emanuele Zilli negli anni Settanta.
La sentenza di primo grado è stata emessa ieri nel tribunale di Pavia. Mauro Vanetti, Rufo Protopapa, Niccolò Palazzi, Claudio Spairani e Alaa Nasser sono stati assolti per vari motivi, sia per merito che per prescrizione. In precedenza, le accuse a Claudia Lucrezio e Luigi Profeta erano già state prescritte a causa di un errore nella notifica.
Il processo era nato dall’opposizione della difesa degli imputati a una condanna penale. “Siamo soddisfatti dell’esito, ma pensiamo che il processo non dovesse nemmeno iniziare. Si potevano evitare l’uso di energie, costi e il lungo periodo di preoccupazione per gli imputati”, ha commentato l’avvocata Silvia Garzena, che ha difeso gli imputati insieme a Marco Sommariva e Roberta Valmachino. “Le indagini avrebbero dovuto concentrarsi sui fatti che si ripetono ogni anno, con atti e simboli riconducibili al Movimento Sociale Italiano, che vengono puntualmente denunciati dalle autorità”.
La difesa ha sottolineato di non aver adottato alcuna tecnica per arrivare alla prescrizione, ma che era importante affrontare il processo nel merito. “Abbiamo deciso di affrontare questo processo in modo collettivo, sostenendo le udienze con presidi e presenze, come riteniamo fosse necessario. L’antifascismo non si processa”, ha continuato l’avvocata Garzena.
Anche il presidente provinciale dell’ANPI di Pavia, Santino Marchiselli, si è detto soddisfatto dell’esito del processo. “Non avevo dubbi. Si è trattato di un atto di disobbedienza civile, annunciato alle autorità nei giorni precedenti. Gli antifascisti si sono opposti a una scelta sbagliata, quella di una manifestazione che strumentalizzava la commemorazione di un militante missino per fare una dimostrazione muscolare con un corteo in tutta la città, una sfida alla democrazia. Dopo quell’incidente, l’evento non è stato più organizzato in quel modo”.
Inizialmente, erano state indagate trenta persone per il sit-in di protesta degli antifascisti, ma ventitré di loro sono state successivamente prosciolte. Un altro filone processuale aveva coinvolto undici militanti di estrema destra, accusati di apologia del fascismo per aver fatto il saluto fascista con il braccio teso durante il corteo. Anche loro sono stati assolti nel settembre 2022.