La maggioranza consiliare del Comune di Cremona ha risposto duramente alle critiche dell’opposizione riguardo alla definizione del contenzioso con Tamoil. Secondo la nota firmata dai capigruppo Lapo Pasquetti, Roberto Poli ed Enrico Manfredini, le forze di minoranza che oggi si interrogano sul risarcimento accettato dal Comune sono le stesse che nel 2012 decisero di non costituirsi parte civile nel processo penale contro i dirigenti Tamoil, rinunciando a richiedere il risarcimento del danno nonostante le sollecitazioni della magistratura. Fu grazie all’impegno civico del cittadino Gino Ruggeri che il Comune si costituì nel processo e ottenne un risarcimento provvisorio di un milione di euro, confermato e aumentato di ulteriori 1,4 milioni, per un totale di 2,4 milioni di risarcimento. La decisione di definire la vicenda giudiziaria con il risarcimento ottenuto è stata frutto di un’attenta valutazione basata sulla proposta conciliativa del Giudice e su precedenti giurisprudenziali. L’Amministrazione comunale non ha agito per la tutela del danno ambientale, che spetta al Ministero dell’Ambiente, ma per il danno all’immagine della città. La quantificazione del danno d’immagine si basa sull’equo apprezzamento del giudice e sui precedenti giurisprudenziali. È evidente che le richieste risarcitorie devono attenersi ai livelli massimi precedentemente stabiliti e solo dopo le interlocuzioni e il confronto con il giudice è possibile giungere a una ponderazione equa dei criteri di giustizia e del risarcimento. La decisione dell’Amministrazione è stata guidata da prudenza e supportata dal parere legale. Chi critica oggi la scelta del Comune di definire il giudizio accettando un risarcimento di 2,4 milioni di euro, da impiegare in progetti di riqualificazione ambientale, nel 2012 ha scelto di non chiedere alcun risarcimento, mettendo a rischio gli interessi dei cittadini cremonesi.

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