Quando si parla di responsabilità civile in caso di incidenti sul lavoro, la questione diventa ancora più complessa quando le persone coinvolte nel processo muoiono. È proprio quello che sta accadendo al tribunale di Monza, dove si sta discutendo della morte di Enrico Milani, un 52enne di Seveso caduto da un tetto nel 2017 a Seregno e deceduto a distanza di tre anni ad Alessandria.
Il padrone della casa in cui era avvenuto l’infortunio era stato chiamato come responsabile civile, ma successivamente anche lui era deceduto. Nonostante questo, la responsabilità passa ora agli eredi che, tuttavia, hanno dieci anni di tempo per decidere o meno se accettare l’eredità.
La vicenda è sul tavolo del giudice del tribunale monzese, dove è imputato il 74enne seregnese Giancarlo S.. In qualità di datore di lavoro di Milani, “nell’ambito di una attività artigianale non registrata di recupero di materiale ferroso e altri scarti di lavorazione”, è accusato di avere “ordinato” all’operaio di “salire su una tettoia” alta quasi quattro metri per smontare alcune lamiere, “senza adottare misure idonee a prevenire rischi di caduta”.
Il sevesino era precipitato a terra da qualche metro, rimanendo paralizzato. Successivamente era deceduto: l’accusa era stata così modificata da lesioni colpose a omicidio colposo.
Il proprietario della tettoia non era imputato, ma era stato chiamato a rispondere al processo come responsabile civile, sia dal difensore di parte civile che rappresenta i familiari della vittima, che dal difensore dell’imputato. Negli anni, però, anche il padrone di casa è mancato.
Da quel momento il suo avvocato ha chiesto che venisse estromesso dal procedimento penale, richiamando il fatto che la questione è stata trattata solo in due massime della Cassazione del secolo scorso, con un successivo vuoto della giurisprudenza.
Per l’avvocato si sarebbe dovuta aspettare la fine del processo penale per poi chiamare eventualmente in una causa civile anche gli eredi del padrone di casa defunto, che nel frattempo avrebbero deciso se accettare o meno l’eredità. Ma la sua istanza è stata respinta.
La questione della responsabilità civile in caso di incidenti sul lavoro è complessa e delicata. In questo caso, la morte del datore di lavoro e del proprietario della casa hanno complicato ulteriormente la situazione. Ora spetta agli eredi decidere se accettare l’eredità e, di conseguenza, assumersi la responsabilità civile per l’incidente.
Sarà interessante seguire lo sviluppo di questo caso e vedere come la giustizia deciderà di affrontare questa situazione particolare, in cui la colpa sembra passare di mano in mano, coinvolgendo anche le future generazioni.