L’inchiesta di Report e del Fatto Quotidiano, trasmessa domenica sera sulla Rai, riguardo al presunto furto del quadro “La Cattura di San Pietro”, arriva fino a Saronno e coinvolge Paolo Bocedi, presidente dell’associazione Sos Italia Libera. Il dipinto seicentesco, realizzato dal senese Rutilio Manetti, è stato rubato dal castello di Buriasco, in Piemonte, nel 2013.

Secondo l’inchiesta di Report, lo stesso quadro sarebbe presente nella collezione del sottosegretario di Stato Vittorio Sgarbi, che nega di possederlo precisando di avere un dipinto diverso. Inoltre, Sgarbi afferma che il quadro proviene da Villa Maidalchina, una residenza nobiliare vicino a Viterbo, acquistata dalla madre del critico d’arte. L’opera sembra essere identica a quella rubata in Piemonte, con l’unica differenza di una candela in alto a sinistra nel quadro esposto a Lucca, durante una mostra inaugurata da Vittorio Sgarbi, che non è presente nella foto dell’opera rubata conservata nella banca dati del Nucleo Tutela Beni Culturali.

Il dipinto senza la candela era appeso a un muro del Castello di Buriasco, di proprietà di Margherita Buzio, che ha raccontato ai giornalisti di Report quanto accaduto nel febbraio 2013, quando denunciò ai carabinieri di Vigone (To) che ignoti avevano ritagliato e rubato la tela di Manetti. All’epoca dei fatti, Paolo Bocedi, che era collaboratore e amico di Sgarbi, si era recato proprio in quel castello per chiedere informazioni per un eventuale acquisto. Nel servizio è stato anche intervistato un restauratore di Brescia, Gianfranco Mingardi, che ha ricordato di aver restaurato il quadro senza la famosa candela e di aver incontrato proprio Bocedi, che lo aveva raggiunto in moto al casello dell’autostrada.

Paolo Bocedi ha dichiarato: “Non mi ricordavo nemmeno di essere andato a fare delle foto in quel castello per conto di Sgarbi. Non ho saputo più nulla fino al giorno della visita di Report nel mio negozio nelle settimane scorse. Ho saputo che altre persone si erano recate nel castello per comprare anche l’immobile. Tre giorni fa mi sono recato dai Carabinieri per sporgere denuncia perché il restauratore ha detto il falso, non mi sono mai recato nel suo laboratorio con la moto e neppure a consegnare un tappeto o un quadro sottratto 10 anni fa. Non mi ricordo il suo viso, se per caso fosse capitato, risale a oltre 20 anni fa quando ero assistente parlamentare di Vittorio Sgarbi. Sono certo di quanto dichiarato da Sgarbi, che compra e paga i quadri. Quello che mi dispiace è che ora, visto il mio ruolo come presidente di un’associazione contro racket e usura, si sa dove ho il negozio. Sono molto preoccupato per la mia incolumità. Ho denunciato Rai Tre e Report per il video trasmesso senza il mio consenso e per l’immagine mandata in onda a casa mia con Sgarbi accanto alla mia nipotina di 5 anni. Vivo del mio lavoro, non ho bisogno di andare a rubare quadri. Chiederò un milione di euro di danni che saranno devoluti in beneficenza.”

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