Il caso Balocco ha scatenato molte critiche nei confronti di Chiara Ferragni, ma sembra che l’ipotesi di Giuseppe Cruciani abbia smorzato la situazione. Il pandoro-gate potrebbe essere la prima vera pietra sul fenomeno Ferragnez. Questo caso ha superato i confini italiani, arrivando anche alla BBC, considerando che il pubblico dell’influencer di Cremona è internazionale, il danno reputazionale per lei è enorme. Ferragni lavora con i brand, sono loro che le permettono di guadagnare milioni con i post sponsorizzati. Nonostante ci sia un calo dei follower sul suo profilo Instagram, le interazioni sono in aumento. Tuttavia, quale brand vorrebbe ancora legare il suo nome a quello di Ferragni? Nonostante ciò, all’interno della sua bolla sociale, si continua a difenderla e a sottolineare che ha rimediato al suo errore. Ma la gravità della situazione sembra essere annacquata. Oltre alla multa che Ferragni dovrà pagare e ai possibili sviluppi giudiziari della faccenda, c’è un elemento che viene omesso da chi la difende. La parte più antipatica di questa vicenda è il coinvolgimento dei bambini oncologici in un’operazione commerciale che ha portato molti soldi alle società riconducibili a Ferragni, ma solo una piccola somma all’ospedale che li cura. Nonostante abbia annunciato una donazione di un milione di euro, questo non può cancellare quanto successo in precedenza. Giuseppe Cruciani ha sottolineato che se fosse stato un uomo bianco, etero e di destra, sarebbe stato già crocifisso. Alcuni accusano i media e i critici di fare violenza psicologica su Ferragni per aver parlato di quanto emerso. L’influencer ha cercato di posizionarsi “dalla parte giusta” lanciando messaggi femministi, di body positive, inclusivi e politicamente corretti. Ma ora che ha coinvolto i bambini oncologici, questo non può più essere accettato, anche se è donna, di sinistra e politicamente corretta.

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