Il 10 novembre 2016, gli abitanti di via Ancona a Canegrate furono svegliati da auto che sgommavano e colpi di pistola. Sul terreno giacevano i corpi di Alban e Agron Lleshaj, due cugini di 24 e 27 anni, uccisi da Edmond Lleshaj ed Eduard Nikolli, poi condannati definitivamente a 20 e 18 anni di carcere. Dietro a questo omicidio si celava una guerra tra gruppi di trafficanti di droga.

Nella mattinata di oggi (mercoledì), il fratello di una delle vittime di questo duplice omicidio è stato arrestato insieme ad altre 21 persone (20 albanesi e 2 italiani). Il Comando Provinciale Carabinieri di Varese sta eseguendo gli ordini di custodia cautelare nelle province di Varese, Milano, Lecco, Bergamo e Novara. L’accusa è di far parte di un’associazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’operazione, chiamata Turn Over, ha coinvolto 80 militari e un’unità cinofila. L’indagine è stata condotta dalla Sezione Operativa del nucleo operativo radiomobile della Compagnia Carabinieri di Busto Arsizio, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano (pm Stefano Amendola) e dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio (pm Ciro Caramore).

L’indagine è partita con l’arresto in flagranza di reato di un cittadino albanese trovato in possesso di 110 dosi di cocaina e quasi 12.000 euro, effettuato dai militari della Compagnia di Busto Arsizio nel giugno 2020. Quest’uomo era conosciuto come lo spacciatore della zona di Busto Arsizio in quanto riforniva di droga la clientela di alcuni locali notturni della città.

Le successive attività investigative, svolte dagli investigatori attraverso indagini tradizionali e tecniche, hanno permesso di ricostruire una fitta rete di spacciatori operanti nel basso Varesotto e nell’hinterland milanese, evidenziando l’esistenza di un’associazione criminale in grado di movimentare e vendere grandi quantità di droga al dettaglio. Durante l’indagine, sono stati arrestati in flagranza di reato 6 individui e sequestrati complessivamente 20 kg di cocaina, 10 kg di eroina, 81 kg di hashish (per un valore complessivo di 3 milioni di euro al dettaglio) e somme in denaro per 453.000 euro.

Come la ‘ndrangheta, molti membri di questa associazione criminale sono legati da vincoli di parentela e l’organizzazione si distingue per la capacità di fornire un costante ricambio di spacciatori sul territorio, con avvicendamenti ogni 3 mesi di individui provenienti dall’Albania. Da qui il nome “Turn Over” attribuito all’indagine. Nemmeno l’arresto e l’incarcerazione di alcuni membri ha impedito agli altri di continuare a gestire gli affari dell’associazione tramite affiliati.

La consistenza del gruppo criminale è evidenziata anche dalla minuziosa organizzazione interna: c’era chi si occupava del supporto logistico per i pusher albanesi, chi dell’approvvigionamento e del trasporto della droga e chi del confezionamento delle dosi. Complessivamente, sono state individuate 3 abitazioni, tutte in provincia di Varese, utilizzate esclusivamente come depositi di droga e laboratori per il confezionamento.

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