Il gip del Tribunale di Monza ha deciso di mantenere in carcere il maggiorenne accusato di tentato omicidio per l’aggressione al pakistano avvenuta lo scorso Capodanno a Meda. Nonostante la richiesta di modifica della misura cautelare presentata dal difensore del ragazzo, il giudice ha respinto tale istanza.
Nel frattempo, il gip del Tribunale per i minorenni di Milano ha deciso di scarcerare e inviare in una comunità educativa i tre minorenni accusati di complicità nell’aggressione. La vittima del tentato omicidio è un 34enne pakistano residente a Meda, che si trovava nel centro della città in evidente stato di ubriachezza insieme a un connazionale. Il ragazzo è stato circondato e picchiato da un gruppo di giovani, subendo poi una grave ferita all’addome con un coccio di bottiglia.
I carabinieri della Compagnia di Seregno, sotto il coordinamento delle Procure competenti, hanno arrestato su ordinanza di custodia cautelare in carcere il maggiorenne di 20 anni, ritenuto colpevole di aver inflitto il fendente, e il fratello minorenne, entrambi residenti a Cabiate, insieme ad altri due minorenni di Seregno e Meda. L’amico del 34enne, al momento dell’aggressione, è riuscito a fuggire terrorizzato, mentre la vittima è stata lasciata a terra in strada, tanto che alcuni passanti hanno pensato che fosse semplicemente ubriaco.
Successivamente, durante l’interrogatorio da parte dei militari, il ragazzo si è mostrato inizialmente reticente, ammettendo poi di essere stato minacciato. Dalle testimonianze raccolte dai carabinieri è emerso un clima di intimidazione e minacce in stile Gomorra nei confronti di alcuni membri del gruppo di amici, che erano presenti durante l’aggressione. Il maggiorenne avrebbe cercato di far sì che essi non rivelassero la verità alle autorità.