Il Tribunale di Monza ha accolto una richiesta del Comune di Caponago, che sarà parte civile in un processo contro la proprietà del Palazzo Moneta Caglio. Il palazzo, ricco di storia ma ormai in condizioni disastrose, è oggetto di contenziosi con l’Amministrazione comunale da diversi anni. La sindaca Monica Buzzini ha deciso di affrontare la situazione per tutelare la sicurezza dei cittadini, in particolare a causa di un muro pericolante che affaccia su una strada. Nonostante le ordinanze emesse, la proprietà non ha preso provvedimenti, costringendo il Comune a intervenire più volte per la pulizia e la disinfestazione del palazzo. La sindaca ha sottolineato che si tratta di una questione di salute e igiene pubblica.
Il Palazzo Moneta Caglio è conosciuto come il palazzo del Cigno Nero, in riferimento alla sua ex proprietaria, Marianna Augusta Moneta Caglio Monneret de Villard. Marianna era stata protagonista del primo scandalo mediatico della storia italiana negli anni ’50, in seguito alla morte di Wilma Montesi. Nonostante alla fine del processo tutti fossero stati scagionati, Marianna era stata condannata per calunnia. Dopo il processo, la vita era ripresa e Marianna si era laureata in Legge, si era sposata e aveva avuto una figlia. Attualmente viveva nel palazzo di famiglia a Caponago.
Negli anni, la famiglia Caglio aveva tentato di trovare una destinazione per il palazzo, donandolo all’Università Statale di Milano e cercando di trasformarlo in una casa di riposo o in appartamenti. Tuttavia, ogni tentativo era fallito. L’ultimo progetto era quello di trasformarlo in un museo, ma il crowdfunding per raccogliere i fondi necessari era stato un fallimento. Attualmente, la parte pericolante del palazzo è stata messa in sicurezza con un telo impermeabile, ma la proprietà ha deciso di venderlo e lasciare Caponago.
In conclusione, il Palazzo Moneta Caglio è al centro di una disputa legale tra il Comune di Caponago e la proprietà. Il palazzo, una volta residenza della controversa Marianna Augusta Moneta, versa in condizioni disastrose e rappresenta un problema di salute e igiene pubblica. Nonostante i tentativi della famiglia Caglio di trovare una destinazione per il palazzo nel corso degli anni, nessun progetto è andato in porto. Ora, la proprietà ha deciso di venderlo e abbandonare Caponago.