I genitori di Karl Nasr, il giovane libanese di 18 anni che è stato travolto da un’auto a Milano, in viale Umbria, raccontano il loro ricordo del figlio. Karl amava cucinare e non aveva tatuaggi. Dal 2016 trascorreva ogni estate a Milano e era stato ammesso alla facoltà di Biologia all’Università di Beirut.
Karl Nasr, 18 anni, ha perso la vita il 2 agosto scorso, travolto da un’auto e schiacciato contro un palo a Milano, in viale Umbria. I suoi genitori hanno voluto dedicargli un ricordo. “Solo le persone buone volano in paradiso in anticipo”. Karl, chiamato affettuosamente Karlito dagli amici e dalla famiglia, è morto alle 13.30 del 1° agosto. “Prenderemo una scorciatoia”, ha detto alla mamma Carla, che camminava accanto a lui in via Colletta a Milano. Ma chi avrebbe mai pensato che si trattasse di un’ultima passeggiata verso il cielo? Karl e sua mamma erano diretti a un museo di Brera. “Potresti cambiare la camicia, mamma? Non mi sembra bella”, ha detto Karl alla madre prima di uscire di casa. “Ma l’ho appena comprata!”, ha risposto lei, e oggi si rimprovera di non aver esaudito il suo desiderio… Il tempo di cambiare quella camicia avrebbe potuto evitare il peggio.
Karl aveva un debole per le cose belle, ma era tutt’altro che superficiale e aveva un’intelligenza emotiva molto elevata. All’età di 18 anni, Karl aveva sempre un sorriso radioso e viveva la vita appieno. Gentile ed empatico, di buon umore e sempre al servizio degli altri, era un’oasi di pace e di conforto per i suoi amici, una spalla su cui potevano svuotare le loro valigie di problemi per trovare serenità e placare le loro anime. Ed è in loro compagnia che ha voluto celebrare l’inizio della sua libertà e il suo ingresso nel mondo dei “grandi” a Cipro, appena prima di volare eternamente verso il mondo celeste. Il suo soggiorno a Cipro era stato come un sogno! “Karl non si è privato di nulla – dicono gli amici che lo hanno accompagnato per una settimana -. Ci siamo divertiti come matti!”.
Le raccomandazioni dei suoi genitori, Carla e Michel, pur essendo sacre per lui, Karl questa volta si era permesso di ignorarle: guidare un quad, lanciarsi con gli elastici in un parco divertimenti, immergersi nelle profondità di una grotta… Probabilmente ha sentito questo intenso bisogno di destreggiarsi tra le sue scariche di adrenalina come se Dio gli stesse sussurrando all’orecchio e gli chiedesse di andare fino in fondo con i suoi desideri del momento. L’unica cosa che non ha fatto, a differenza dei suoi compagni, è stata quella di farsi un tatuaggio: “Non mi piacciono i tatuaggi”, diceva.
Amava anche un altro tipo di arte, quella della cucina. Trascorreva una quantità spropositata di tempo a preparare i suoi piatti preferiti, che condivideva con la famiglia e in particolare con i due vicini di casa, suoi amici d’infanzia. Per Karl andare al supermercato era una festa, un campo aperto dove colori e odori si mescolavano, dando libero sfogo alla sua immaginazione e, soprattutto, alla sua generosità. Si dilettava a cucinare perché ci metteva anima e cuore ed era impaziente di vedere quanto i suoi ospiti fossero soddisfatti una volta saziati! Buon gourmet e grande sognatore, Karl stava progettando un viaggio in Giappone con uno dei suoi cugini, per imparare di persona i segreti di tutte le ricette indispensabili per realizzare piatti raffinati… proprio come lui.
Era stato ammesso all’American University of Beirut per studiare Biologia e poi Medicina, proprio come suo fratello maggiore Elias. Karl ha voluto sfruttare al meglio le sue vacanze. Come ogni estate dal 2016, si è recato a Milano, la sua città preferita, in compagnia dei genitori e del fratello, per goderne la ricca cultura, la splendida architettura e passeggiare tra i suoi vicoli preferiti. E si è rivelata la sua ultima destinazione terrena. La Terra non gli bastava più. Gli sembrava stretta. Ha preferito spiegare le ali e volare alto, con il rosario di sua madre in mano, tenendo d’occhio la sua famiglia, le sue belle amicizie e i suoi bellissimi amori. È nato un altro angelo…