Il libro “Quel che non sai di Varese: piccole storie, grandi sorprese” di Samuele Corsalini è un viaggio ipotetico attraverso la città di Varese, nato da una ricerca approfondita di aneddoti e documenti raccolti dall’autore nel corso dell’ultimo anno. Samuele, trentaduenne varesino, è un consulente per un’azienda multinazionale, ma ha sempre coltivato la scrittura come hobby e passione fin da giovane.

La genesi del libro risale a circa un anno fa, quando Samuele si è focalizzato sul suo albero genealogico e ha intervistato parenti per scoprire ulteriori dettagli sulla storia della sua famiglia. Ha consultato l’archivio storico di Varese e ha scoperto di possedere una piccola porzione di terreno agricolo nel Parco Campo dei Fiori. Questa curiosità ha spinto Samuele a raccogliere una grande quantità di documenti e foto della città, risalenti a molti anni fa.

Inizialmente, Samuele aveva pensato di scrivere un libro sulla storia di Varese, ma si è reso conto che sarebbe risultato noioso e troppo lungo, con ben 1200 pagine. Così ha deciso di ripensare tutto e ha scritto il libro come un’ipotetica passeggiata attraverso i luoghi più significativi e curiosi di Varese.

Il libro, secondo l’autore, non ha pretese artistiche ed è ricco di curiosità raccontate principalmente attraverso foto e testo. È rivolto principalmente ai giovani, che spesso non conoscono la storia della propria città. Tra gli aneddoti più interessanti, si trova quello sulla piazza Beccaria, che un tempo si chiamava piazza Cappello perché lì si vendevano i cappelli. Questa piazza era il luogo delle esecuzioni, anche se erano rare a Varese. Un boia proveniente da Lugano veniva occasionalmente per eseguire le condanne a morte. Nella piazza, all’ingresso di via Cattaneo, c’era un arco con la testa di un criminale, Filippino da Cugliate, come monito per tutti i delinquenti. In seguito, la piazza fu intitolata all’illuminista milanese Beccaria, autore del libro “Dei delitti e delle pene” e sostenitore dell’abolizione della pena di morte.

Il libro parla anche della battaglia di Varese, condotta da Garibaldi nel 1859, ricordata da un obelisco nei pressi del lazzaretto in viale Belforte. Un altro obelisco si trova all’ingresso del cimitero di Giubiano, ed era originariamente situato in piazza del Podestà. Il libro menziona anche i vecchi nomi delle piazze di Varese, che erano legati alla merce scambiata in quei luoghi. Ad esempio, il Broletto era la piazza del Grano e piazza Monte Grappa era piazza Porcari, dove veniva venduta la crusca. Piazza Marsala era chiamata piazza delle Oche e fuori da Palazzo Estense c’era lo slargo Vitelli.

Viene anche menzionato il torrente sotterraneo chiamato Vellone, che nasce dal Sacro Monte e scorre sotto la città fino a piazza Kennedy. Una volta c’erano persino dei ponti sul Vellone. Si dice che il nome Varese derivi dalla parola celtica “Vara”, che significa acqua, a causa della presenza dell’acqua in città. Tuttavia, Samuele preferisce la teoria secondo cui il nome derivi dal latino “Varexium”, che significa “uscita dalle valli”, poiché Varese era una zona di incontro e scambio.

Il libro contiene 150 foto, tra cui le immagini dei nonni di Samuele, a cui dedica il suo lavoro. Samuele si considera fortunato per aver vissuto in diversi luoghi durante gli anni degli studi universitari, ma Varese è la sua città natale e quella in cui vuole rimanere. Il libro “Quel che non sai di Varese: piccole storie, grandi sorprese” è disponibile su Amazon dal 22 novembre.

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