Il braccialetto elettronico non è stato sufficiente a tenere lontano il trentenne monzese dalla sua vittima. Quest’uomo, che era stato il primo destinatario della misura di prevenzione del braccialetto elettronico d’urgenza introdotta a novembre per contrastare la violenza sulle donne, ha trascorso il Natale in carcere.

Dopo le denunce di molestie, l’uomo era stato rilasciato ma gli era stato vietato di avvicinarsi alla vittima e ai luoghi frequentati da lei. Un braccialetto elettronico doveva controllare il rispetto di queste disposizioni. Tuttavia, nella notte tra il 23 e il 24 dicembre, il trentenne si è recato in un bar di Milano dove spesso si trovava la donna. In quel momento, però, c’era la sorella di quest’ultima. L’uomo si è ubriacato e, in un impeto di rabbia, ha gettato a terra il braccialetto elettronico, impedendone il funzionamento. Poi ha lasciato il locale a bordo di un taxi.

Gli operatori della Polizia di Stato hanno notato delle anomalie nel funzionamento del braccialetto elettronico, dando così il via a una serie di accertamenti, svolti in collaborazione con i poliziotti del vicino Commissariato di Cinisello Balsamo. Questi ultimi hanno arrestato l’uomo presso la sua abitazione. Dopo aver accertato il malfunzionamento del braccialetto elettronico e aver ascoltato le testimonianze riguardo all’accaduto della notte, il trentenne è stato arrestato per la violazione delle prescrizioni che gli erano state imposte. Dopo la convalida dell’arresto, il tribunale di Monza ha disposto la misura cautelare in carcere.

Attualmente, il trentenne si trova presso la Casa Circondariale di Monza in attesa dell’udienza, fissata per l’inizio di gennaio, per l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale.

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