La Procura di Prato ha aperto un fascicolo di indagine sul caso del pandoro Balocco Pink Christmas firmato da Chiara Ferragni. Questo è l’ultimo sviluppo del pandoro-gate che ha coinvolto l’influencer di Cremona prima di Natale. Tutto è iniziato con la denuncia di Selvaggia Lucarelli riguardo a una campagna di beneficenza per i bambini malati dell’ospedale Regina Margherita di Torino. Successivamente, l’Antitrust ha comminato una multa di oltre un milione di euro all’industria dolciaria e a Ferragni stessa, che è stata costretta a pubblicare un video sui social in lacrime annunciando un bonifico di un milione di euro all’ospedale torinese come risarcimento per l'”errore di comunicazione” commesso dal suo staff. Successivamente, la Procura di Milano ha aperto un fascicolo “contro ignoti” sul caso, che è stato preso in mano dalla Guardia di Finanza. E ora, la Procura di Prato si unisce all’indagine.
Secondo quanto riportato dalla stampa locale, confermato da fonti inquirenti, il procuratore facente funzione di Prato, Laura Canovai, ha aperto un’inchiesta senza ipotesi di reato e senza indagati, come atto dovuto a seguito della denuncia presentata dall’associazione di consumatori Codacons. Nella denuncia, l’associazione ipotizza il reato di truffa aggravata ai danni dei consumatori. Secondo il Codacons, è stato fatto credere ai consumatori che acquistando il Pandoro Pink Christmas avrebbero contribuito alla donazione all’ospedale Regina Margherita, quando in realtà la donazione era già stata fatta solo da Balocco e che comprando il pandoro si poteva contribuire alla donazione e che la signora Ferragni partecipava direttamente alla donazione, circostanze che si sono rivelate non corrispondenti alla realtà. Il prezzo maggiorato dei pandori avrebbe quindi coperto non le donazioni benefiche, ma il ricco compenso della testimonial d’eccezione.