Una 50enne brasiliana di nome Adriana, residente in provincia di Bergamo, ha ottenuto la protezione speciale da parte del Tribunale di Brescia. Questa decisione ha ribaltato quella della Commissione per la protezione internazionale di Brescia, la quale aveva negato il provvedimento. Adriana è una donna transgender che è dovuta scappare dal Brasile a causa delle minacce di morte da parte del padre e del fratello, i quali non accettavano la sua identità di genere. Il Tribunale ha riconosciuto il rischio di tortura e maltrattamenti che Adriana subirebbe in caso di rimpatrio nel suo paese d’origine. I giudici hanno sottolineato che il Brasile è il paese con il maggior numero di omicidi di persone transgender ogni anno da 13 anni. Adriana vive in Italia in modo irregolare da anni, ma ha ricostruito la sua vita e ha trovato lavoro come badante. È anche unita civilmente con un uomo di Bergamo. Nonostante il suo passato penale, il Tribunale ha deciso di concederle il soggiorno in Italia, sostenendo che non ci sono ragioni per negarglielo. L’avvocato difensore di Adriana, Stefano Afrune, si è dichiarato soddisfatto della decisione del Tribunale. Questa vicenda dimostra l’importanza del ruolo del giudice nel sistema italiano come garante dei diritti individuali.

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