Triste epilogo per Lorenzo Pagliari, il tecnico di 38 anni originario di Cremona, deceduto a causa di una grave infezione malarica contratta durante un viaggio in Camerun. Nonostante il suo ritorno avvenuto il 13 dicembre, Pagliari non si era sottoposto a nessuna profilassi antimalarica.

L’errore nella diagnosi
La vigilia di Natale, Pagliari è stato colto da una febbre, che il 26 dicembre è stata diagnosticata come influenza da un medico. Quest’ultimo ha prescritto un antibiotico, insieme a Tachipirina e Brufen, farmaci che Pagliari stava già assumendo. La febbre è sparita, ma la sua condizione generale non si è risolta, anzi è peggiorata. Tanto che i genitori, con cui Pagliari viveva, hanno chiamato il 112 sabato scorso per farlo ricoverare.

Il ricovero e la diagnosi tardiva
Giunto in coma all’ospedale di Cremona, il 38enne è stato immediatamente ricoverato in terapia intensiva e successivamente visitato da un infettivologo che ha diagnosticato la malaria. Nello stesso reparto infettivi dell’ospedale, un collega di Pagliari era stato ricoverato il giorno prima per una forma leggera della stessa infezione. Purtroppo, le terapie a cui è stato sottoposto non hanno sortito effetti perché sono state praticate troppo tardi. A mezzogiorno di sabato, l’encefalogramma ha registrato un’attività cerebrale piatta e la morte è stata dichiarata alle 18.

Chi era Lorenzo Pagliari
Lorenzo Pagliari era un tecnico specializzato in elettronica di 38 anni che viaggiava per il mondo per installare e testare macchine per l’azienda cremonese Ocrim, per cui lavorava da vent’anni. La sua passione per il lavoro lo portava a spostarsi in molte parti del mondo, ma purtroppo questa volta è stato colpito da una malattia che gli è stata fatale.

La tragica morte di Lorenzo Pagliari ci ricorda l’importanza di prendere le giuste precauzioni durante i viaggi in paesi a rischio di malaria. È fondamentale sottoporsi a profilassi antimalarica e consultare immediatamente un medico in caso di sintomi sospetti. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile tra i suoi cari e tra coloro che lo conoscevano. Che questa triste vicenda ci spinga a sensibilizzare sempre più le persone sull’importanza della prevenzione e della corretta diagnosi delle malattie tropicali.

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