Titolo: Aggressore con il Corano in mano rimpatriato in Egitto

Un uomo di 33 anni è stato fisicamente accompagnato da Milano all’Egitto dalla Polizia di Stato dopo essere stato arrestato lo scorso ottobre per lesioni con finalità di discriminazione razziale. L’aggressore brandiva il Corano mentre picchiava i passanti e pronunciava le parole che identificano i terroristi islamici. Il Questore Giuseppe Petronzi ha eseguito il provvedimento di accompagnamento coattivo in frontiera su disposizione del Prefetto di Milano.

Tutto è iniziato il 14 ottobre 2023, quando la centrale operativa del 112 ha inviato gli agenti della polizia di stato in viale Monza, dove era stato segnalato un uomo che urlava insulti contro ebrei, cristiani e l’Occidente, e che aggrediva i passanti. I poliziotti hanno bloccato il 33enne, che ancora impugnava una edizione del Corano, all’angolo fra viale Monza e via Vipacco.

Durante l’arresto, l’egiziano ha continuato a inveire contro gli agenti di polizia, definendoli miscredenti ed ebrei. Alcune persone si sono avvicinate ai poliziotti e hanno raccontato di essere state aggredite dall’individuo. Fra queste, un cittadino dell’Ecuador ha raccontato di essere stato strattonato e colpito con calci e pugni, mentre l’aggressore urlava frasi tipiche dei terroristi.

Una volta che erano intervenuti i poliziotti, l’egiziano ha cercato di colpire con la nuca il poggiatesta posteriore e il plexiglass di separazione dell’abitacolo della volante. Durante l’aggressione, ha anche sputato contro di loro. La visita psichiatrica ha stabilito che l’aggressore era affetto da un “monotematico orientamento di ostilità verso l’Occidente”. È stato ricoverato in reparto psichiatrico e poi tenuto in carcere fino al 30 dicembre.

Successivamente, è stato emesso un divieto di dimora a Milano e l’ufficio immigrazione della questura ha organizzato il suo rimpatrio in Egitto. Durante le indagini, è stata effettuata una perquisizione nell’appartamento di Legnano in cui viveva abitualmente, ma non è stato ancora reso noto cosa sia stato trovato. Inoltre, sono emersi precedenti di polizia e un fermo per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

L’episodio si è verificato nei giorni successivi agli scontri fra Israele e la Striscia di Gaza, e si temeva che ci potessero essere cellule dormienti di radicalizzati islamici che pensano al terrorismo e si nascondono in città. L’arresto e il rimpatrio dell’aggressore rappresentano un importante passo per garantire la sicurezza dei cittadini e combattere ogni forma di discriminazione e violenza.

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