Simone Mattarelli: nuovi elementi sollevano dubbi sulla sua morte

Sono trascorsi tre anni dalla morte di Simone Mattarelli, il giovane gommista di Lentate sul Seveso che venne trovato impiccato all’interno di un’azienda di riciclaggio del vetro a Origgio. Fin dall’inizio, la famiglia ha sempre sostenuto che Simone non si sia impiccato, ma che sia stato ucciso, e ora sembrano emergere dei nuovi elementi che potrebbero confermare questa ipotesi.

La Procura di Busto Arsizio aveva archiviato il caso come suicidio, ma i familiari di Simone, insieme all’avvocata Roberta Minotti e alla criminologa Roberta Bruzzone, non si sono arresi e hanno intenzione di chiedere la riapertura delle indagini. Il primo nuovo elemento è un profilo genetico maschile diverso da quello di Simone, trovato sotto le sue unghie. La famiglia chiederà che vengano prelevati campioni di DNA dalle persone presenti sul luogo del delitto.

Il secondo elemento riguarda l’analisi delle urine di Simone. La Procura sostiene che il giovane avesse assunto cocaina e che il suicidio sia avvenuto durante la fase depressiva successiva. Tuttavia, secondo la consulenza della famiglia, Simone era ancora sotto l’effetto eccitante della droga. Questo contrasto solleva ulteriori dubbi sulla versione ufficiale dei fatti.

Ma non sono gli unici punti oscuri di questa vicenda. La famiglia aveva chiesto di ottenere l’elenco dei dipendenti presenti nell’azienda quella notte, di identificare la persona ripresa dalle telecamere e di poter accedere all’azienda stessa. Inoltre, si chiedono perché siano stati scaricati solo alcuni video delle telecamere, escludendone altri che potrebbero avere delle prove importanti.

Nella richiesta di riapertura delle indagini, la criminologa Roberta Bruzzone aveva anche evidenziato l’omessa segnalazione di un’emorragia addominale nell’autopsia e l’assenza di tracce di sangue sulla cintura stretta al collo di Simone, nonostante il giovane perdesse sangue da una mano. Secondo il procuratore, queste sono circostanze “neutre”, ma la famiglia è convinta che siano indizi significativi che smentiscono la tesi del suicidio.

Simone Mattarelli era un giovane con una vita stabile: aveva un lavoro a tempo indeterminato come gommista, stava per andare a convivere con la sua fidanzata storica e aveva ricevuto un’eredità importante dopo la morte del nonno. Tutti questi fattori rendono difficile credere che avrebbe deciso di togliersi la vita.

La famiglia di Simone Mattarelli non si arrenderà nella ricerca della verità e continuerà a lottare per riaprire le indagini sulla sua morte. Sperano che i nuovi elementi emersi possano finalmente far luce su questa tragedia e portare giustizia per Simone.

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