Vandalismi: aumenta il numero degli edifici imbrattati nel centro storico e nella zona di San Martino. Nel frattempo, la polizia sta acquisendo le immagini delle telecamere per individuare i tre responsabili.
Il conteggio dei muri imbrattati dai vandali continua ad aumentare, con oltre trenta edifici danneggiati nel centro storico e nel resto della città tra il 30 dicembre e il 31 dicembre. I danni sono ancora difficili da quantificare, ma senza dubbio sono ingenti. Anche l’area interessata dai vandalismi è difficile da mappare, poiché si sta allargando sempre di più nel corso delle ore. Ad esempio, ieri sono state aggiunte scritte in via Valleggio, via Anzani e via Sirtori, che prima non erano state repertate.
Intanto, è iniziata l’attività di pulizia delle scritte che sostengono la Palestina e che chiedono lo stop immediato dei bombardamenti, condannando Israele come “assassino” e l’Italia come “complice”. L’associazione “Per Como pulita” ha cominciato già dalla domenica a pulire palazzi, muri, cartelloni pubblicitari e cabine elettriche in diversi punti della città. I volontari hanno iniziato a pulire la stazione di Como Borghi in due punti diversi, passando poi per via Dottesio, via Dante, via Piadeni e via Ambrosoli.
“Le scritte sono tantissime”, conferma Luca Baj Rossi, coordinatore di “Per Como pulita”. “Abbiamo lavorato domenica e continueremo anche questo fine settimana e il prossimo. Abbiamo una convenzione con il Comune per poter pulire muri ed edifici pubblici, mentre per i muri e i palazzi privati abbiamo bisogno del permesso dei proprietari. Abbiamo iniziato dalla zona di Como Borghi e ora puliremo anche la città murata, dove le scritte sono davvero numerose”.
La polizia sta indagando sul raid vandalico che ha colpito il capoluogo. La mappatura è complessa, poiché continuano ad apparire scritte che non erano state notate in precedenza. Per questo motivo, l’associazione “Per Como pulita” è stata chiamata ad aiutare nell’elencare i muri e i palazzi imbrattati. Emerge sempre più chiaramente la sigla politica che riconduce le scritte a un’azione anarchica, poiché in diversi punti al di fuori del centro storico è comparsa la caratteristica “A” cerchiata. Tuttavia, manca una firma che possa identificare gli autori del raid. La polizia sta continuando ad acquisire le immagini delle telecamere nei punti interessati dalle scritte dei vandali, richieste non solo agli enti pubblici, come il Comune e la Camera di Commercio, ma anche ai privati, nel tentativo di avvicinarsi ai tre presunti responsabili, per poi presentare loro il conto. Il raid ha colpito punti sensibili come i muri di fronte alla Camera di Commercio e alla biblioteca, ma anche il “Museo della Seta”, l’Università dell’Insubria, quasi tutte le scuole del territorio e luoghi di interesse pubblico come la Pinacoteca e la stazione di Como Borghi.