Stuprata la vigilia di Natale. Il finto amico ha un nome e un volto il giovane che nella serata di santo Stefano a Pavia avrebbe usato violenza su una coetanea brianzola che, per la vergogna, si è gettata nel Ticino.

La polizia è riuscita a identificarlo, ma il ragazzo potrebbe anche aver lasciato la provincia di Pavia per paura di essere arrestato. Erano pochissimi i dati in possesso degli agenti per arrivare al giovane che dopo lo stupro ha fatto perdere le proprie tracce.

La quindicenne di origini marocchine e residente nella provincia di Monza lo aveva conosciuto la vigilia di Natale su Instagram e di lui conosceva soltanto il nome, che avrebbe potuto essere anche falso, e la nazionalità tunisina.

Attraverso le inquadrature delle telecamere di sorveglianza del centro storico gli agenti sono riusciti a dare un volto al misterioso personaggio che le aveva raccontato di avere più di 18 anni. Invece, da quanto è stato ricostruito, pure il ragazzo sarebbe minorenne.

I due giovanissimi si sono incontrati per la prima volta alla stazione di Porta Garibaldi a Milano. Sarebbe stato il ragazzo a convincere l’amica a spostarsi in treno a Pavia per visitare una bellissima città che l’adolescente non aveva mai visto.

Dalla stazione la coppia aveva raggiunto il centro e poi attraversato il ponte coperto fino ad arrivare in piazzale Ghinaglia e in via XXV aprile che costeggia il Ticino, dalla parte del Borgo.

Con la scusa di mostrare alla quindicenne un luogo molto bello, il ragazzo avrebbe convinto la riluttante quindicenne ad addentrarsi nel parco del Vul. “Non ti succederà niente di pericoloso”, avrebbe detto il giovane all’adolescente per rassicurarla.

E lei si è fidata. Arrivati sulla riva del fiume, il minorenne tunisino che saltuariamente abita a Pavia ma non vi risiede stabilmente, avrebbe prima tentato di baciare la ragazzina che lo avrebbe respinto e poi sarebbe scattata la violenza.

Quindi il ragazzo avrebbe voluto riaccompagnare in stazione la vittima come se niente fosse accaduto, ma lei avrebbe preferito rimanere da sola. Disperata, ha chiamato il 112 per lasciare un ultimo messaggio ai genitori e poi si è gettata nel Ticino nel tentativo di togliersi la vita.

Se non fosse stato per il coraggio di due agenti della Volante che sono arrivati sul fiume e si sono tuffati, la corrente si sarebbe portata via l’adolescente che piangeva e gridava aiuto. Portata al San Matteo, gli esami hanno accertato che la giovanissima ha subito violenza, bisogna però verificare se la persona con la quale è stata inquadrata per le vie del centro sia l’autore dello stupro.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si è complimentato con gli agenti per il salvataggio.

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