Innocenzo Infantino, un tecnico biomedico agrigentino, si stava preparando a godersi un momento di relax durante il suo volo di ritorno dalle vacanze di Natale sulla poltrona 27A del volo Catania-Malpensa. Accendendo il suo tablet, aveva intenzione di rilassarsi con la lettura. Tuttavia, il destino aveva in serbo per lui un compito ben più cruciale.

Dall’altra parte dell’aereo, si stava verificando un’emergenza. Una signora iniziò a gridare e il marito svenne e si accasciò sulla poltrona. Il personale di bordo cercava di rianimare l’uomo incosciente, ma senza successo. Mancavano solo 20 minuti all’atterraggio, creando una situazione di crescente tensione e paura.

Una delle hostess, presa dallo sconforto, si rivolse agli altri passeggeri per chiedere se c’era un medico a bordo. In quel momento, solo Infantino era in grado di intervenire. Senza esitare, lasciò il suo posto per correre in aiuto. Controllando il polso dell’uomo, notò l’assenza di battito. Poi mise due dita sulla carotide, ma non c’era nulla. Il paziente era in arresto cardiaco, descrivendo con dettagli clinici la gravità della situazione.

Iniziò una corsa contro il tempo per salvare una vita. Infantino iniziò a praticare la rianimazione cardiopolmonare. Le prime serie di compressioni non sortirono effetto. Chiese immediatamente allo steward di prendere il defibrillatore, sottolineando l’urgenza del momento.

Dopo alcuni minuti di intensa rianimazione e una scarica del defibrillatore, finalmente il cuore dell’uomo riprese a battere. Infantino ricorda con sollievo di aver ricontrollato e aver visto il cuore riprendere a battere. Mentre il personale di bordo si preparava per l’atterraggio, il dottor Infantino rimase al fianco del paziente, assicurandosi della sua stabilità.

L’atterraggio divenne un momento di transizione, con l’anestesista e gli infermieri che presero in consegna il paziente. Solo dopo, il dottor Infantino ricevette una telefonata dalla moglie dell’uomo, che lo ringraziava per l’aiuto prestato. L’uomo era sotto osservazione in ospedale, ma fuori pericolo.

Il dottor Innocenzo Infantino riflette sulla vicenda, ringraziando il Signore per avergli dato lucidità e freddezza in quei 20 minuti interminabili della sua vita.

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