Sant’Aldo di Pavia: il saggio eremita venerato nella città
Sant’Aldo, il cui nome significa “saggio e longevo” in germanico, è invocato quando si deve prendere una decisione importante. Le tracce di questo eremita, vissuto presumibilmente nell’VIII secolo, conducono a Pavia. È qui, tra il capoluogo e Carbonara Ticino, che le sue reliquie sono conservate e dove il santo avrebbe scelto di vivere in povertà oltre mille anni fa, lavorando come monaco carbonaio per bonificare il vasto terrazzo che domina la valle alluvionale del Ticino.
La festa di Sant’Aldo si celebra oggi, il 10 gennaio. “Aldo era un santo venerato nella zona”, conferma don Luca Roveda, parroco dell’unità pastorale di Villanterio e studioso di agiografia. “Soprattutto in passato, il suo nome era molto diffuso, anche tra le donne. La tradizione lo lega a Pavia, a Carbonara e anche a Bobbio, dove potrebbe essere stato un seguace di San Colombano. Sono circolate due versioni: una che lo vuole proveniente dall’Irlanda come San Colombano, l’altra che lo considera originario della zona, quindi di origine longobarda, ma convertito alla nuova fede e devoto alla Regola trasmessa dal monaco a Bobbio, che prevedeva sia la vita comunitaria cenobitica che quella eremitica”.
Delle vicende di Sant’Aldo si sa poco o nulla. Tuttavia, le sue reliquie sono custodite nella chiesa di San Michele e in quella di Carbonara al Ticino. Secondo un testo della Società dei Bollandisti, che si occupa di studi agiografici con metodo filologico e storico a partire dal XVII secolo, Aldo “visse a lungo in un luogo solitario presso Pavia, chiamato Carbonaria, dove si estraeva il carbone a causa dell’ampia presenza di boschi”. Alternando la preghiera al lavoro nei campi, Aldo e i suoi compagni dissodavano il terreno insieme agli abitanti.
Secondo lo storico Robolini, Aldo sarebbe stato sepolto proprio a Carbonara, e in seguito le sue spoglie sarebbero state trasferite a Pavia, nella chiesa di San Colombano. Questo piccolo edificio, oggi sconsacrato, si trova nel vicolo omonimo nel centro storico di Pavia. I resti del santo erano incastonati nel muro destro della chiesa e sono rimasti lì fino al 1565, quando la parrocchia è stata soppressa. L’urna è stata quindi trasferita nel Duomo e nel 1592, definitivamente, nell’altare della chiesa di San Michele Maggiore, insieme alle reliquie di Sant’Ennodio e Sant’Eleucardio.
Nel territorio di Carbonara, arrivando da Pavia, si staccava l’antica strada romana del Ticinum-Laumellum-Vercellae, che collegava Pavia a Vercelli passando per Lomello, un importante centro di culto. Si ritiene che Aldo si sia fermato proprio qui, nella grande Silva carbonaria, successivamente bonificata da lui e dai suoi monaci che vi costruirono anche un monastero. Anche nella chiesa di Carbonara al Ticino, dedicata a San Giovanni Apostolo ed Evangelista e innalzata su una precedente costruzione del V secolo, sono conservate alcune reliquie del santo. A Sant’Aldo è stata dedicata una cappella (è anche co-patrono di Carbonara), dove accanto a una statua che lo raffigura in atteggiamento dormiente è posta una teca che contiene, secondo la tradizione, alcune ossa di mani e piedi.