Alice Moggi e la questione della recinzione incriminata
Alice Moggi, consigliera comunale di opposizione, si trova al centro di una controversia riguardante un presunto abuso edilizio. Moggi è stata coinvolta nell’inchiesta “Clean”, che ha portato all’arresto di quattro persone e all’indagine di altre sedici. Ora, però, si trova ad affrontare un’altra situazione complicata.
Il 21 dicembre, i genitori di Moggi, che sono proprietari della casa in cui vive con la sua famiglia, hanno ricevuto una notifica di avvio di un procedimento per presunte violazioni edilizie. Queste violazioni riguardano un’area di otto metri per venticinque, tra la loro proprietà e quella confinante. Ciò che rende questa situazione particolare è che il procedimento non è stato avviato a seguito di segnalazioni da parte dei cittadini, ma è stato iniziato direttamente dal Comune di Pavia.
Il 27 dicembre è stato effettuato un sopralluogo, durante il quale è emerso che le “presunte violazioni” riguardano la recinzione che delimita l’area su tre lati e la piscina, acquistata dai genitori di Moggi per le sue figlie e collocata in quell’area. Dal verbale di sopralluogo è emerso che la recinzione è stata installata prima dell’acquisto della casa, quindi prima del 2009, e che la piscina è considerata una struttura esterna, assimilabile ad “arredi da giardino”.
Il 10 gennaio, i genitori di Moggi hanno ricevuto un’ordinanza di demolizione della recinzione e della piscina. Tuttavia, la piscina era già stata smontata e quindi non c’era nulla da demolire, mentre il proprietario dell’area si sarebbe occupato della rimozione della recinzione. I genitori di Moggi avrebbero potuto contestare molti aspetti di questa strana ordinanza, che a mio avviso è ricca di interpretazioni e forzature, ma ciò avrebbe richiesto un ricorso al Tar, che non avrebbe senso per una recinzione di venticinque metri.
Ma le sorprese non finiscono qui. L’ordinanza prevede anche che il fascicolo venga inviato alla procura della Repubblica, la stessa che sta portando avanti l’indagine “Clean”. I genitori di Moggi hanno così ricevuto la notifica dell’avvio di un procedimento penale e hanno dovuto nominare un avvocato. È evidente che si tratta di una situazione assurda, che potrebbe sottoporre due pensionati a un possibile processo penale per una recinzione di venticinque metri, che nemmeno hanno costruito loro, e per non aver richiesto un permesso di costruzione per una piscina per bambini appoggiata al terreno, per la quale non è stato fatto alcun intervento edilizio.
Da qui l’ipotesi di Moggi che si tratti di un’intimidazione: “Qualcuno vuole a tutti i costi legare chissà quali abusi alla mia persona per delegittimare la mia azione di opposizione. E lo vuole fare un Comune che, dopo quindici anni, si sveglia casualmente per questo “gravissimo” abuso, che deve aver avuto l’assoluta priorità se in soli dieci giorni, con un’efficienza degna dei paesi nordici, è riuscito a produrre un tale risultato”.
È evidente che questa situazione solleva molti dubbi e sospetti. Sarà interessante seguire gli sviluppi e vedere come si risolverà questa controversia.