Un tragico errore è stato commesso dalla ditta appaltatrice che gestisce il camposanto di Arcore nella numerazione dei loculi, e la bara è finita nel loculo sbagliato appartenente alla famiglia errata. Così, tra martedì e mercoledì della scorsa settimana, Antonio Ros, un rispettato e amato imprenditore, patron della ditta “Aros Nuclei” per ben 55 anni e storico main sponsor della squadra di basket U.S. Casati per tanti anni, è stato seppellito due volte in due giorni.
Un funerale, due sepolture: la sfida dei figli
Martedì è stato celebrato il funerale nella chiesa dell’Annunciazione di Peregallo di Lesmo (Ros abitava nella frazione La Cà), mentre mercoledì pomeriggio, dopo la scoperta dell’errore, è stato sepolto per la seconda volta. I familiari e i parenti del defunto non riescono a capacitarsi di quanto accaduto.
“Dopo la morte di papà, ci siamo immediatamente rivolti all’ufficio tecnico comunale per chiedere di poter avere due loculi – hanno raccontato i figli del defunto – Uno sarebbe servito per papà, mentre l’altro verrà utilizzato quando la mamma non ci sarà più. Ci sono stati assegnati due loculi, uno sopra l’altro, nella parte nuova del cimitero, portando a termine tutte le pratiche e pagando subito la concessione. Pensavamo che fosse sufficiente. Purtroppo, mercoledì scorso, il giorno dopo il funerale, verso le 13.30 siamo stati contattati in fretta e furia dagli ufficiali comunali che ci hanno informato della necessità di esumare il corpo poiché nel pomeriggio sarebbe arrivato in cimitero il feretro di una donna che doveva essere sepolta proprio nel loculo dove si trovava papà”.
“Queste cose non dovrebbero accadere”
Nel giro di un paio d’ore, Claudio e Bruno, i figli del defunto, si sono recati in cimitero per assistere all’esumazione e alla nuova tumulazione del padre, che è avvenuta nel loculo accanto a quello dove era stato sepolto il giorno prima.
“Quello che è accaduto è davvero incredibile – hanno continuato i figli – Non è per niente accettabile dover assistere per due volte alla sepoltura di una persona cara. Al dolore per la morte di papà si è aggiunta questa spiacevole vicenda. Fin da subito siamo rimasti in contatto con il sindaco Maurizio Bono, che si è dimostrato vicino al nostro dolore e non ha mancato di scusarsi, ma queste cose non dovrebbero accadere”.
Le scuse del sindaco
“Sono molto dispiaciuto con la famiglia Ros per quanto accaduto e ho chiesto scusa più volte”. Il sindaco Maurizio Bono non ha usato molte parole in merito alla vicenda. “Appena sono stato informato dell’errore, mi sono immediatamente attivato non solo per scusarmi con la moglie e i figli di Antonio Ros, ma anche per cercare di capire cosa non ha funzionato e chi ha commesso l’errore – ha continuato Bono – Dalle verifiche effettuate posso affermare che l’errore non è stato commesso dagli impiegati comunali, che hanno regolarmente svolto tutte le pratiche burocratiche, ma dalla ditta che ha in appalto il cimitero e si occupa delle sepolture. Ho capito che è la prima volta che si verifica un errore del genere, che ovviamente non dovrà più ripetersi. Come amministrazione, stiamo agendo per inviare una lettera di richiamo all’azienda che gestisce il cimitero. Nei prossimi giorni invieremo anche una lettera di richiamo. Quanto accaduto è inaccettabile”.
Ros, un grande imprenditore
Ros, oltre alla moglie Maria Luigia, lascia i figli Claudio, Paola, Silvia e Bruno. Di origini friulane, l’imprenditore è nato a Caneva, in provincia di Pordenone, nel 1934.
“Papà, tifoso dell’Inter e grande appassionato di ciclismo, è arrivato a Milano nel 1950 per cercare lavoro ed è stato ospitato da sua sorella, che era più grande di lui ed era già sposata – hanno sottolineato i figli – Ha iniziato a lavorare in un’azienda specializzata nella produzione di nuclei in ferro carbonile per media e alta frequenza, permalloy e poliferro. Dopo aver imparato tutte le tecniche di lavorazione e produzione, grazie all’aiuto economico dei suoi fratelli, ha deciso di mettersi in proprio e nel 1968, all’età di 34 anni, ha fondato la Aros Nuclei, che lo scorso anno ha compiuto 55 anni. Papà aveva un grande intuito e soprattutto la capacità di migliorare la produzione, riuscendo a produrre tanti pezzi in poco tempo e diventando un leader nel settore. Inizialmente, il laboratorio si trovava nella zona Greco Pirelli di Milano. Poi, all’inizio degli anni ’70, la produzione si è trasferita ad Arcore, in via Conciliazione, dove si trova ancora oggi il laboratorio. È riuscito anche ad aggiornarsi con l’evoluzione della tecnologia”.
Ros e Arcore, un binomio inscindibile
Ma il nome di Ros è legato in modo indissolubile alla città di Arcore, non solo per le sue attività imprenditoriali, ma anche per quelle sportive. Per oltre vent’anni, l’azienda di Arcore ha sponsorizzato la squadra di pallacanestro della U.S. Casati. Ros è stato uno degli sponsor più amati nella storia biancoverde per la sua passione e generosità che ha permesso ai suoi figli di intraprendere questo sport.
“Tutto è cominciato quando eravamo piccoli e ci siamo avvicinati alla pallacanestro – hanno continuato i figli – Lui è entrato nella società come accompagnatore e pian piano ha iniziato a finanziare le attività del club. Sono stati anni veramente belli e intensi, dedicati a un volontariato che ha permesso a tanti ragazzi e adolescenti di fare sport”.
La famiglia Ros rappresenta una bellissima storia familiare e imprenditoriale. Con la morte dell’89enne, sono ora i figli Claudio, Bruno e Silvia a prendere le redini dell’azienda.