Il Falò di Sant’Antonio è uno degli eventi più amati e attesi dalla città di Varese. Quest’anno si terrà il 16 gennaio in piazza della Motta e sarà accompagnato dalla benedizione degli animali e dal lancio di palloncini la mattina del 17 gennaio. In questo articolo vogliamo ripercorrere il significato di questa festa dedicata a Sant’Antonio.

Le nostre bisnonne usavano invocare Sant’Antonio con la frase “Sant’Antoni del purscèl / fam truva un om chel sia bel / damel picul damel grand ma damel mia con stort i gamb” quando si preparavano per l’ultima festa invernale prima che gli uomini partissero a lavorare in Svizzera o in Germania, sperando di attirare l’attenzione di qualcuno.

E Sant’Antonio, un’azienda vecchia ma affidabile, non le ha mai deluse. Anzi, ha spesso messo lo zampino. Dieci anni fa, ad esempio, una ragazza bionda si trovava davanti al falò con un bigliettino in mano, su cui era scritto un nome. Lo ha consegnato a un ragazzo affinché lo gettasse nel falò. Mentre lo faceva, si è resa conto che il nome scritto sul bigliettino non aveva più alcun significato, mentre il ragazzo di fronte a lei sembrava molto più interessante. Lo stesso valeva per lui, e da allora sono stati fidanzati felici. Tuttavia, per evitare rischi, lei gli ha impedito di ricevere altri bigliettini da sconosciute.

Ma Sant’Antonio non lavora solo per questioni amorose: “Sant’Antoni de la barba bianca fam truà quel ch’el me manca”, e così nel bigliettino sono state inserite richieste di ogni tipo. Non è però una seconda lettera a Gesù Bambino, ma piuttosto una sorta di dichiarazione di intenti per l’inizio dell’anno. C’è chi chiede un lavoro, chi il successo, i risultati scolastici, la felicità… Non è passato molto tempo che un carabiniere, trasferito a Varese dalla sua natìa e soleggiata Campania proprio prima di Natale, venne quasi “trascinato” (comprensibilmente, considerando il morale “atterrato” dal freddo inverno varesino) dal suo comandante al falò, e venne informato sulle tradizioni locali. Decise così di compilare il fatidico bigliettino, chiedendo al Santo di essere ri-trasferito a casa. E puntualmente, all’arrivo della primavera, il suo desiderio si avverò.

Anche nel 2024 il rito si ripete: i bigliettini possono essere messi nella cesta di fronte alla statua del Santo in chiesa, consegnati ai Monelli durante la giornata del 16 o direttamente la sera dopo l’accensione del falò.

Quest’anno, VareseNews mette in campo il “servizio emergenze bigliettini”: scriveteci i vostri desideri e noi li getteremo nel fuoco della pira.

Qui troverai tutte le informazioni sul Falò di Sant’Antonio 2024.

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