“17 anni di silenzio: Olindo Romano scrive una lettera al Tg1”

Olindo Romano, ex netturbino condannato all’ergastolo insieme alla moglie per la strage di Erba dell’11 dicembre 2006, ha scritto una lettera al Tg1, firmando anche a nome di Rosa Bazzi. In questo testo, Romano si pone come vittima e dichiara la sua innocenza, insieme a quella di Rosa.

Dopo che la Corte d’Appello di Brescia ha fissato un’udienza per decidere sull’istanza di revisione del processo per l’omicidio di Raffaella Castagna, Youssef Marzouk, Paola Galli, Valeria Cherubini e il ferimento di Mario Frigerio, Olindo Romano ha incontrato il suo tutore, l’avvocato Diego Soddu, nel carcere di Opera.

Nella lettera, Romano esprime la sua frustrazione verso i giornalisti, che secondo lui li considerano solo dei mostri. Non importa se sono state diffuse bugie per convincere l’opinione pubblica. Romano si chiede se sia troppo brutto pensare che i veri colpevoli siano dei criminali che hanno agito per interessi legati alla droga.

I difensori di Romano e Bazzi hanno ipotizzato una pista alternativa nell’istanza di revisione del processo. Si riferiscono alle attività di spaccio che coinvolgevano Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre di Youssef, e ipotizzano la vendetta come possibile movente della strage nel contesto del traffico di droga.

Romano torna anche sulle sue false confessioni, che in seguito ha ritrattato. Descrive la situazione di due persone semplici che improvvisamente vengono accusate e portate in carcere, senza capire cosa stia succedendo. Romano afferma di essere innocente e di continuare a fidarsi della giustizia. Non passa giorno senza che pensino alle povere vittime di quella strage ancora senza colpevoli.

Il prossimo primo marzo, oltre 17 anni dopo la strage di Erba e quasi 13 anni dopo la sentenza definitiva di condanna, Olindo Romano e Rosa Bazzi torneranno in aula.

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