Una troupe televisiva è stata colpita da un secchio d’acqua lanciato dalle finestre della casa di Giovanna Pedretti, la donna di 59 anni trovata morta nel fiume Lambro dopo lo scoppio del caso della recensione sui gay e i disabili. La casa della donna si trova sopra il ristorante-pizzeria “Le Vignole” di Sant’Angelo Lodigiano, il locale gestito dalla coppia. Durante la notte, è stato affisso un lenzuolo con una scritta contro i giornalisti sulla cancellata del parco pubblico di fronte alla casa: “Stampa e tv rispettate la famiglia e non fatevi vedere più”. Lo striscione era firmato con le iniziali “S.U”.

Già ieri, la figlia della donna aveva fatto un appello tramite i social network per chiedere ai giornalisti di andarsene dalla strada dove si trovano sia la pizzeria che l’abitazione della famiglia perché “siamo assediati”. I giornalisti che affollano il paese sono oggetto di critiche e insulti da parte dei concittadini di Pedretti, che la considerano vittima del circo mediatico che l’ha prima elogiata per la sua risposta alla recensione omofoba e poi l’ha criticata per i dubbi sull’autenticità del commento. Lunedì, i carabinieri sono intervenuti sotto la pizzeria dopo che una giornalista ha suonato alla porta di Pedretti ed è stata respinta dai familiari.

Giovanna Pedretti era stata sentita in Questura sabato scorso come persona informata sui fatti: la polizia stava indagando sulla possibilità che la recensione costituisse un reato di istigazione all’odio. Gli agenti stavano cercando di identificare il cliente che aveva pubblicato la recensione negativa sul locale, criticato per la presenza di gay e disabili. Pedretti aveva pubblicato lo screenshot di quella recensione, inclusa la sua dura risposta, in cui difendeva i gay e i disabili e invitava il cliente a non tornare mai più nel suo locale. Il suo post era diventato virale e aveva ricevuto elogi persino dalla ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli. La recensione risaliva all’estate scorsa ed era stata successivamente cancellata, come aveva spiegato la stessa Pedretti, che aveva conservato solo uno screenshot. La cancellazione del post aveva sollevato i primi dubbi sulla veridicità della recensione e della sua risposta. Altri dubbi riguardano i font del testo pubblicato dalla donna, che non corrispondono a quelli utilizzati da Google. Anche il Tg3 aveva dedicato un servizio al caso, chiedendo spiegazioni a Pedretti sulla possibile non autenticità del suo racconto, alle quali la donna aveva risposto in modo evasivo.

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