Abbattimento di una quercia a Mornago: una perdita per la comunità

Ho recentemente trascorso un giorno delle festività natalizie a Mornago, una località in Piemonte che non avevo mai visitato prima. Durante una passeggiata nella frazione Crugnola, ho avuto modo di osservare la triste scena di una quercia abbattuta in via Fratelli Cairoli. Mi è stato raccontato che l’albero è stato recentemente stroncato, nonostante non avesse particolari problemi di salute, tanto che aveva resistito a cinque eventi atmosferici traumatici lo scorso estate. Ho potuto vedere alcune fotografie scattate alcuni mesi fa, in cui la quercia sembrava essere in ottimo stato. In ogni caso, farò ulteriori verifiche per scoprire le ragioni di questo abbattimento, presentando una richiesta di accesso agli atti presso il Comune di Mornago. Spero che il Comune abbia agito nell’interesse dell’albero e della comunità, anziché per il vantaggio di qualcuno.

L’aspetto attuale è quello di un orribile moncone che fa da guardiano alla statua della Madonna, conosciuta come Madonna della Quercia, che ora non può più fregiarsi di tale nome. Quest’albero aveva un significato simbolico, anche in virtù del suo legame con la religione, e suppongo che il suo abbattimento non sia stato gradito dai credenti. Inoltre, nello stemma del Comune di Mornago compaiono rami di quercia, forse a testimoniare un legame speciale tra il territorio e questo genere di alberi, un legame così speciale da giustificare l’abbattimento.

La questione dell’abbattimento degli alberi è sempre più dibattuta, e alla base di essa ci sono problemi gestionali e una mancanza di sensibilità verso la vita delle piante, che sono indispensabili per la vita umana. Gli alberi, invece di essere tutelati, sembrano essere perseguitati: diventano bacheche per locandine abusive, vengono verniciati e incisi con scritte e disegni, vengono ridotti a scheletri, potati selvaggiamente, capitozzati, sbracati, abbattuti e così via, con violenze, maltrattamenti e atti di vandalismo. Solo una politica votata al cattivo gusto e che non tiene conto del decoro può permettere tutto ciò.

Parlando di monconi, capisco che, nel caso di alberi morti o malati, non sempre sia possibile sradicarli, ma bisognerebbe farlo solo se lo sradicamento non comporta danni alla pavimentazione. Se non è possibile sradicarli, almeno si potrebbero rendere i monconi decorosi, trasformandoli in fioriere o seggioline per bambini, come accade in alcune località turistiche che si preoccupano del decoro urbano.

Il termine “robur” è il nome latino della quercia e significa anche forza, a testimonianza del fatto che molte società sportive includono questo termine nel loro nome. La quercia di Crugnola era davvero priva di forza al punto da non poter più vivere una vita dignitosa e da essere considerata un pericolo per la comunità?

L’abbattimento della quercia è stato compiuto, ma spero che il Comune faccia tutto il possibile per compensare questa perdita. Ad esempio, spero che sia applicata la Legge 113/1992, che obbliga il comune di residenza a piantare un albero per ogni neonato registrato all’anagrafe, modificata dall’articolo 2 della Legge 10/2013 sulla promozione degli spazi verdi urbani. In particolare, vorrei che venissero applicati l’articolo 1 sulle disposizioni per la Giornata nazionale degli alberi e l’articolo 6 sulla promozione di iniziative locali per lo sviluppo degli spazi verdi urbani.

Da quanto ho potuto vedere a Crugnola, penso che la quercia fosse un bene prezioso per la comunità. Qualcuno si è seduto all’ombra di quell’albero perché qualcun altro l’ha piantato molto tempo fa. Il minimo che il Comune può fare è garantire la stessa ombra, nello stesso luogo, alle generazioni future. Pertanto, invito il Comune di Mornago a piantare un’altra quercia nello stesso posto. Ogni albero ha la sua unicità, ma almeno si onori la morte di un albero donando la vita a un altro. Sarebbe un segno di civiltà che mi piacerebbe trovare al mio ritorno a Crugnola.

La risposta del sindaco Davide Tamborini è stata la seguente: “Essendo un terreno privato, il Comune ha verificato che non ci fossero motivi legali o ostacoli ed ha concesso l’autorizzazione (non possiamo negare una richiesta motivata e legalmente ammissibile). In pratica, il proprietario ha richiesto legittimamente l’abbattimento e gli è stato concesso; eventuali piantumazioni o altre azioni devono essere effettuate dallo stesso, poiché si tratta di terreni privati”.

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