Omicidio di Bouda Ouadia: nuovi sviluppi nel processo

Oggi, lunedì 15 gennaio, si è svolta una nuova udienza presso la Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio per l’omicidio di Bouda Ouadia, il giovane clandestino e senza fissa dimora di 25 anni ucciso con un colpo d’arma da fuoco il 2 aprile 2022 a Rescaldina, nel bosco del Rugareto.

Il pubblico ministero Carlo Alberto Lafiandra ha chiuso il cerchio sul movente, sostenendo che Ouadia fu ucciso durante una guerra tra bande di pusher per il controllo del territorio. La zona è da anni teatro dello spaccio di droga nei boschi. Alcuni testimoni tossicodipendenti hanno riconosciuto alcuni imputati e la vittima come i fornitori di droga che operavano al limitare del bosco, previo ordine telefonico.

L’accusa si concentra quindi sul business della droga. Tuttavia, ci sono dubbi sul riconoscimento di chi avrebbe potuto sparare quel giorno. Un testimone ha dichiarato di aver visto un gruppo di 5 persone, alcune armate di fucile, entrare nell’area boschiva poco prima di sentire almeno due spari. Ha chiamato il 112 per segnalare l’accaduto.

Il testimone ha ricordato nel gruppo un giovane magro, tra i 17 e i 20 anni, e un uomo corpulento di oltre 30 anni. Inizialmente, l’uomo aveva indicato due persone da un album fotografico, ma successivamente ha precisato di aver riconosciuto solo alcuni tratti somatici senza avere certezze al 100%. Quando gli è stato chiesto se riconoscesse qualcuno in aula, il testimone ha risposto negativamente, non identificando nessuno degli imputati presenti.

Le difese hanno sottolineato un altro punto importante: secondo il testimone, il gruppo di uomini armati che ha visto entrare nel bosco non stava inseguendo nessuno, ma camminava in formazione. Ha pensato che i colpi uditi fossero stati sparati tra di loro. Questo sostiene la tesi difensiva che Ouadia sia stato ucciso in uno scontro tra bande, ma da fuoco amico e non dagli imputati.

Il processo continua e si spera che si possa fare chiarezza su questo tragico omicidio. La lotta contro lo spaccio di droga nei boschi rimane una priorità per le autorità locali, che cercano di porre fine a questa piaga che mina la sicurezza della comunità.

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