Verbania, 16 gennaio 2024 – Alcuni accordi per il risarcimento dei parenti delle 14 vittime del disastro del Mottarone sono stati raggiunti poco prima dell’udienza preliminare che si terrà domani nell’auditorium della Casa della Resistenza di Fondotoce. Questi accordi ridurranno notevolmente il numero delle parti civili e metteranno un punto fermo sugli aspetti economici, mentre la battaglia legale è ancora tutta da giocare.

L’avvocato Laura Bastia, rappresentante della famiglia di Roberta Pistolato, una delle vittime, ha spiegato che non si costituiranno parti civili poiché hanno raggiunto un accordo sul risarcimento, i cui dettagli sono riservati. Angelo Vito e Roberta si erano trasferiti al Nord per motivi di lavoro, lui aveva un impiego al Centro unico prenotazioni dell’Asst di Melegnano, mentre lei era un medico di base. Nonostante l’accordo sul risarcimento, la famiglia seguirà comunque il processo e avrà la possibilità di presentare le proprie memorie, anche se non chiederanno un risarcimento.

Alcuni risarcimenti sono già stati liquidati, mentre altri sono ancora in trattativa tra i legali e una delle società coinvolte, Leitner. Durante la prima udienza, che si terrà domani, si vedrà il numero effettivo delle possibili parti civili, tra cui il Comune di Stresa e la Regione Piemonte che hanno già annunciato che presenteranno un’istanza.

L’avvocato Natascia Forconi, che rappresenta Leitner per i risarcimenti, aveva espresso l’auspicio di completare gli accordi entro l’udienza preliminare. La società altoatesina, responsabile della manutenzione e dei controlli sulla funivia, è uno dei soggetti per cui la procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Tuttavia, l’avvocato ha ribadito che Leitner si è resa disponibile ai risarcimenti per solidarietà e vicinanza alle famiglie coinvolte, non come ammissione di responsabilità. I risarcimenti di Leitner si aggiungono a quelli già offerti dal concessionario Luigi Nerini, che ha messo a disposizione i dieci milioni della polizza assicurativa.

L’udienza preliminare, che inizierà domani con le prime questioni tecniche e organizzative, è un momento cruciale nel processo giudiziario, a quasi mille giorni dalla tragica domenica di maggio. Quattordici persone, tra cui due bambini, persero la vita a causa della caduta della cabina numero 3 da un’altezza di 17 metri durante una gita sul monte Mottarone. Un solo sopravvissuto, il piccolo Eitan, rimase orfano e finì al centro di una contesa familiare. Le indagini della Procura di Verbania hanno evidenziato carenze nella manutenzione della funivia e violazioni delle norme di sicurezza a causa di tagli di costi.

Davanti al gup Rosa Maria Fornelli compariranno sei persone fisiche e due società: l’ex gestore della funivia Luigi Nerini, l’ex capo servizio Gabriele Tadini, l’ex direttore di esercizio Enrico Perocchio, Anton Seeber, presidente del Cda di Leitner, Martin Leitner e Peter Rabanser, rispettivamente consigliere delegato e addetto al customer care. Le società Funivie del Mottarone Srl e Leitner Spa sono anch’esse imputate come persone giuridiche. Le accuse riguardano attentato alla sicurezza dei trasporti, omissione di cautele contro gli infortuni sul lavoro, disastro colposo, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose gravissime. L’avvocato Marcello Perillo, rappresentante di Gabriele Tadini, ha dichiarato che il suo assistito sarà presente in aula e si difenderà dalle accuse.

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