CASORATE SEMPIONE – Il parco all’ex Tintoria Bianchi, lo chiamerei giardinetto. E l’integrazione dell’ex oratorio femminile? Un piano fuori dal mondo: ridicolo. Daniele Porrini, esponente del comitato Salviamo la brughiera di Casorate Sempione non risparmia critiche e dubbi. Ieri – 15 gennaio – in Commissione Aeroporto ha provato a smontare (quasi tutte) le compensazioni ambientali previste a Casorate Sempione per il progetto ferroviario Gallarate-Malpensa. Tornano, inoltre, sulla vicenda dell’amianto ritrovato lungo la 336. La domanda: “Nessuno sta controllando che altre zone siano a rischio? Sarebbe preoccupante”.

A presentare lo stato delle compensazioni, l’assessore Andrea Tomasini (Urbanistica). Precisando che proprio ieri, insieme al Parco del Ticino, è stato effettuato un sopralluogo per valutare l’ultima novità: integrare con il progetto all’ex Bianchi (“La parte che interessa di più, in attesa che Parco e proprietà chiudano l’accordo”) anche l’area da circa 600 metri quadrati dell’ex oratorio femminile. Ma proprio ora che l’amministrazione comunale sta per cogliere l’occasione di realizzare uno spazio verde nel cuore del paese, gli ambientalisti stroncano. La proposta dell’ex oratorio, infatti, per Porrini “non ha alcun senso, anche perché rimarrebbe in capo alla curia”. Mentre, diversa è l’opinione sul recupero dell’ex scuderia in via del Longino, bruciata parecchi anni fa: “Anche se non sarà mai una compensazione al 100%, si tratta di un’area boscata. Sarebbe quindi un’operazione dal valore naturalistico”. In alternativa, ha poi suggerito la riqualificazione della Vìgna dré, la scalinata che dal bacino idrico porta alla stazione. Oppure la sistemazione dei vasconi di spagliamento lungo la 336, pensando di “bonificare e creare una zona umida che possa essere fruibile”. Soluzioni, però, difficili da realizzare. Il sindaco Dimitri Cassani ha infatti ricordato che il Parco deve rispettare vincoli precisi. Che si possono riassumere in opere di naturalizzazione, dove aree impermeabili possono essere riconvertite in spazi verdi.

La vicenda dell’amianto

A far discutere, inoltre, il tema dell’amianto ritrovato lungo la 336 durante i lavori della ferrovia. Alle richieste di Porrini sulle procedure avviate, Tomasini ha replicato che “tutti gli organi preposti – Ats, Arpa, Parco, Provincia – sono stati avvisati immediatamente”. Nello specifico, “ci siamo assicurati fossero seguiti protocolli di smaltimento e di gestione del cantiere”. Di dati precisi sulle quantità non ce ne sono, ma “si è pensato a scarti di costruzioni: in base all’estensione e alla quantità di quanto ritrovato è stata infatti esclusa l’ipotesi di abbandoni spontanei”. Ciò che preme Porrini ora è che “si stia verificando che non ci siano altre possibili forme di inquinamento per amianto: sarei preoccupato, se così fosse”. Anche perché, ha aggiunto, “se si trova in superficie ed è nascosto solo dalla vegetazione, allora è grave. Qualcuno dovrebbe controllare”.

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