Prefetto, sindaci e forze dell’ordine firmano il protocollo anti-truffa

Nessun comune della provincia di Varese è “immacolato”. I truffatori non conoscono confini geografici e colpiscono ovunque. I numeri della prefettura sono chiari: nei primi 11 mesi del 2023 sono stati segnalati e registrati 150 casi di truffa. “Ciò significa – ha detto il prefetto Salvatore Pasquariello – che in alcuni comuni del Varesotto si è registrato più di un caso”.

I dati sulle truffe sono stati diffusi questa mattina, mercoledì 17 gennaio, in occasione della firma del protocollo anti-truffa con il Comune di Varese. Presenti nella sala della biblioteca della prefettura, oltre al prefetto, c’erano anche il sindaco Davide Galimberti e gli assessori varesini Raffaele Catalano e Roberto Molinari.

“Non bisogna abbassare la guardia e anche la stampa, su queste situazioni, può dare una grossa mano nel raccontare i casi che si registrano e quindi nell’informare i cittadini – ha spiegato il prefetto Pasquariello – i numeri sono allarmanti, ma è anche vero che in diversi casi, grazie al lavoro di tutte le forze dell’ordine, il raggiro non è andato a segno. Ecco, bisogna continuare a lavorare in sinergia con i sindaci, le scuole e le parrocchie”.

Per questo motivo Pasquariello ha dato mandato di distribuire il vademecum anti-truffa messo a punto dalla prefettura nelle scuole, tra gli amministratori e nelle diocesi. Bisogna continuare a informare e prevenire, poiché le vittime sono soprattutto gli anziani. I quali non perdono solo denaro e valori, che molte volte sono tutto ciò che possiedono, ma registrano anche tutta una serie di conseguenze psicologiche che poi con molte difficoltà vengono superate.

Durante l’incontro è stato sottolineato anche come sulle truffe esista un vuoto legislativo che occorre colmare. “Per questo – ha continuato il prefetto – ho scritto anche al Ministero dell’Interno per suggerire alcune modifiche, come quella di poter procedere al fermo di indiziato di diritto, poiché è vero che le indagini possono ricostruire le filiere della truffa, ma poi non sempre si riesce ad assicurare alla giustizia gli autori di questo reato. Molte volte, infatti, i truffatori sono stranieri e fuggono in luoghi esteri a noi sconosciuti. Colmare questo vuoto legislativo significa mettere le forze dell’ordine nelle condizioni, spesso, di individuare subito l’autore. C’è un disegno di legge governativo sul tema che prenderà in considerazione anche quanto suggerito”.

I vertici provinciali delle forze dell’ordine (il questore Michele Morelli, il comandante dei Carabinieri Andrea Gagliardo e il comandante della Guardia di Finanza Crescenzo Sciaraffa) hanno confermato che la problematica è una priorità e hanno puntato l’attenzione anche sulle truffe online, che spesso sono ancora più complicate da sventare.

Un ruolo preventivo può essere svolto anche dai gruppi di controllo di vicinato: se le informazioni vengono fatte passare, si aiuta il vicino più fragile o quello che potenzialmente potrebbe diventare vittima di spregiudicati furbacchioni.

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