Processo a carico dell’ex assessore del comune di Cantù Giorgio Quintavalle

Ieri è iniziato il processo a carico dell’ex assessore del comune di Cantù, Giorgio Quintavalle. È stato un’udienza lunga, che si è conclusa solo in serata. Quintavalle è accusato dal procuratore Antonia Pavan di reati fiscali, nell’ambito di un fascicolo più ampio che coinvolgeva anche un altro ex assessore, Claudio Ferrari. Quest’ultimo ha già patteggiato una condanna a 5 anni. Inoltre, Quintavalle è stato accusato di bancarotta, in relazione alla vicenda della società “Forma Urbis”, nella quale aveva un ruolo di “concorrente estraneo alla gestione societaria”.

L’accusa si concentra sui “pagamenti distrattivi per complessivi 28.670 euro”, che l’accusa ritiene siano stati sottratti al patrimonio della fallita “Forma Urbis” per presunte sponsorizzazioni di attività sportive mai effettuate. Quintavalle, assistito dagli avvocati Arnaldo Giudici e Antonio Macheda, si è sempre dichiarato innocente e è stato l’unico tra gli indagati ad optare per il pubblico dibattimento. Durante l’udienza di ieri sono stati ascoltati i primi testimoni e sono emersi i primi confronti tra pubblica accusa e difesa, sia riguardo agli atti preliminari che alle deposizioni testimoniali. Il processo è entrato subito nel vivo.

Il primo testimone ad essere ascoltato è stato il curatore fallimentare di “Forma Urbis”, che ha ricordato come nel 2014/2015 si fosse trovato di fronte a uscite non giustificate, di cui chiese spiegazioni a Ferrari. Quest’ultimo spiegò che si trattava di una consulenza per la realizzazione di una piscina a Fino Mornasco. Tuttavia, nelle fatture per Acvasport, la causale era per sponsorizzazioni di attività sportive regionali, premiazioni di atleti e un evento a Limbiate. Successivamente, un brigadiere della guardia di finanza ha fatto il punto sulle indagini, sottolineando che l’inchiesta era molto ampia e che Quintavalle era solo una parte del sistema. L’indagine era partita da una segnalazione di una banca, che aveva segnalato un bonifico di un milione di euro verso una società svizzera, e si era poi estesa ad altre società, ricostruendo un presunto giro illecito che coinvolgeva molti soggetti. Il militare ha affermato che Ferrari e Quintavalle erano i principali artefici del sistema. Società del settore immobiliare avevano attività con società della grande distribuzione e, dopo le compravendite, non versavano al fisco quanto dovuto, impoverendo così i soggetti o le società svizzere.

L’udienza è stata lunga e si è conclusa nel tardo pomeriggio. Si tornerà in aula a maggio con gli altri testimoni dell’accusa.

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