Un anno e quattro mesi di reclusione e un anno di arresto, oltre a una multa di 10mila euro: queste sono le richieste del pubblico ministero per due imputati accusati di occupazione abusiva di terreno e violazione del Codice dell’ambiente. La vicenda riguarda la scoperta di una discarica abusiva a Cadegliano Viconago, avvenuta nel gennaio 2020 grazie all’intervento dei carabinieri.

I due imputati, difesi dagli avvocati Valentina Commisso e Simona Ronchi, sono considerati i gestori del sito, ancora sotto sequestro, che si estende su una superficie di circa tre ettari, nei pressi del fiume Tresa e a pochi chilometri dal confine con la Svizzera. Durante il blitz dei carabinieri, sono stati trovati numerosi rifiuti e anche diversi animali, tra cui una trentina di suini.

Secondo il pubblico ministero, non ci sono dubbi sul ruolo dei due imputati nella vicenda, basandosi sulle informazioni raccolte dagli investigatori e dalle testimonianze di diverse persone che erano state nell’area. Inoltre, sono state analizzate le immagini registrate dalle telecamere presenti sul luogo. Secondo il pm, molte persone pagavano una somma di denaro ai due imputati per smaltire i rifiuti.

I difensori, invece, sostengono che l’area oggetto del processo fosse gestita dal padre degli imputati, deceduto dopo il sequestro della discarica abusiva. Sarebbe stato lui a trovare un accordo con il Demanio per utilizzare il sito. Gli avvocati contestano anche il significato attribuito alle immagini raccolte durante le settimane di osservazione della discarica, sostenendo che non siano sufficienti a provare le responsabilità dei due imputati.

Il verdetto del giudice sarà pronunciato a febbraio, al termine del processo con rito abbreviato. Tuttavia, questa non sarà l’ultima sentenza sul caso della discarica abusiva, poiché gli imputati sono nove in totale: sette italiani, un turco e un albanese. Alcuni hanno scelto il rito ordinario, altri hanno chiesto la messa alla prova e altri ancora hanno optato per il patteggiamento. Un imputato è stato escluso dal processo tramite oblazione, dopo aver bonificato una parte dell’area e aver pagato una multa di circa 13mila euro.

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