Il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, è stato completamente assolto nel processo Mensa dei poveri. Questo processo ha segnato la fine di Forza Italia in provincia di Varese e ha portato all’arresto di Nino Caianiello, allora leader di Forza Italia nel territorio.

Nella prima ordinanza, i pubblici ministeri definivano il sindaco Cassani come un “baluardo contro l’illegalità” nella città, un argine contro le azioni illegali di Caianiello e dei suoi complici. Tuttavia, mesi dopo, Cassani è stato indagato per due presunte turbative e la stessa procura che lo definiva un baluardo ha chiesto e ottenuto il suo rinvio a giudizio. Il sindaco ha affrontato il processo e è stato completamente assolto.

La motivazione della sentenza, riportata nelle 654 pagine del documento, afferma che non ci sono prove o indizi a carico di Cassani. Nessun testimone ha indicato il sindaco in alcun comportamento sospetto e nulla emerge dalle intercettazioni. Inoltre, dopo la nomina dell’Architetto Giuliani, il sindaco Cassani ha raccomandato di segnalare qualsiasi pressione esterna o tentativo di condizionamento.

Se si fosse verificata l’archiviazione delle indagini sulla posizione del sindaco al momento della chiusura, si sarebbe risparmiato tempo e risorse sia a Cassani che allo Stato.

Anche Angelo Palumbo, ex consigliere regionale di Forza Italia, è stato completamente assolto perché non sono state trovate prove a suo carico. Palumbo era accusato di aver ricevuto un finanziamento illecito per la sua campagna elettorale camuffato da sponsorizzazione al Busto 81, una società di calcio di cui Carmine Gorrasi, coordinatore provinciale di Forza Italia, era dirigente. Tuttavia, non è stata trovata alcuna traccia di questo presunto passaggio di denaro e nessun testimone lo ha confermato.

Gorrasi è stato invece condannato a due anni perché i giudici hanno ritenuto rilevante la testimonianza dell’ex presidente della municipalizzata bustocca Accam, Laura Bordonaro. Bordonaro ha indicato Gorrasi e Caianiello come promotori di un’operazione per aumentare lo stipendio di un collaboratore di Lara Comi, europarlamentare di Saronno, al fine di retrocedere l’80% dell’aumento a Caianiello stesso. Comi è stata condannata a 4 anni e 2 mesi per truffa ai danni dell’Unione Europea.

Infine, Paola Saporiti, ex assessore alla Sicurezza a Cassano Magnago, è stata assolta perché non è stato provato il coinvolgimento del funzionario di Alfa, indagato e assolto, che era l’unico pubblico ufficiale coinvolto nella vicenda. Saporiti aveva consegnato una busta con 500 euro a Caianiello, ma secondo la testimonianza della stessa Saporiti, lo aveva fatto sotto pressione dopo che suo marito era stato preso di mira con lettere di richiamo.

Ora si attendono gli appelli e Lara Comi ha già annunciato che contesterà la sentenza in secondo grado.

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