Il nome dell’ornamento che mettevano in testa le giovani spose germignaghesi fino alla fine dell’800 era “quazz”. Questo oggetto, reso celebre da Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi”, era di probabile origine brianzola, ma veniva indossato anche nei territori prealpini lombardi e piemontesi e fino al corso del fiume Po’. Era composto da una raggiera in argento, con un grosso spillone lungo circa 25 centimetri con due grosse “olive” alle estremità. Questo spillone veniva utilizzato per raccogliere le trecce della ragazza, fino ad allora lasciate cadere sulle spalle.
L’ornamento veniva arricchito dal “promesso sposo” che donava tanti “spadini” quanti gli anni di età della ragazza, aggiungendone altri nel corso degli anni. Era possibile trovare anche degli “spadini” più piccoli, utilizzati per grattare la testa e pulire le orecchie. Un “spadino” con l’estremità traforata veniva aggiunto al centro della raggiera quando la donna si sposava, mentre ogni dieci anni di matrimonio veniva aggiunta una coppia di “spadoni” più grandi nella parte inferiore della raggiera.
Le raggiera erano principalmente realizzate in argento, ma le meno abbienti potevano avere ornamenti in ottone o rame argentato. Solo le donne di elevato rango o nobiltà potevano permettersi raggiera d’oro. Era un ornamento che non poteva mancare nel corredo delle giovani spose, che erano disposte a rinunciare a parte di esso pur di poterlo mostrare il giorno del matrimonio e in occasione di feste. Nel corso del tempo, le raggiera furono semplificate grazie all’adozione di un archetto in legno ricoperto da una fettuccia nera, su cui venivano infilzati gli “spadini”. Questo permetteva di indossare e rimuovere l’ornamento in modo più facile.
Tuttavia, alla fine dell’800, le raggiera caddero in disuso e la maggior parte di questi ornamenti andò perduto durante la seconda guerra mondiale, quando venne richiesto di donare l’oro alla patria per finanziare le spese belliche. Così, queste straordinarie testimonianze di un passato romantico e struggente scomparvero per sempre.
Sulle foto del collage di oggi, possiamo vedere la germignaghese Alice Francioli con la “quazz” sulla nuca e una coppia di sposi del gruppo dei “Filandieri” di Germignaga al raduno di Pallanza del 1931, entrambi con la raggiera ben visibile.

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