Parla l’autista ferito dal passeggero fatto scendere perché fumava sul mezzo pubblico. E mercoledì i conducenti degli autobus scioperano

Si è concluso con un vetro rotto e tanta paura, ma l’epilogo dell’ennesima aggressione ad un autista di Brescia Trasporti, colpito da un sasso dopo aver fatto scendere un passeggero che si era acceso una sigaretta sul mezzo, avrebbe potuto essere ben peggiore. “Ho capito subito quello che stava per fare, così mi sono coperto il volto e il sasso, dopo aver sfondato il vetro, mi ha colpito il braccio e non la testa” racconta l’autista, investito comunque dalle schegge che fortunatamente non gli hanno procurato lesioni. “Sono andato a farmi visitare per scongiurare che qualche frammento non mi fosse finito nell’orecchio o negli occhi” prosegue la vittima ricostruendo quanto accaduto verso le 6 di mattina di venerdì quando, a bordo della linea 12 in via XX Settembre, si è trovato a dover affrontare un passeggero che si è acceso una sigaretta sul mezzo pubblico. “L’ho invitato a spegnerla, ma non lo ha fatto e ha cercato di nascondersi dietro il sedile. A quel punto ho fermato il mezzo e gli ho intimato di scendere, avvertendo che avrei dovuto chiamare i carabinieri. A quel punto è sceso, ma poi ha raccolto un sasso e lo ha scagliato contro di me” prosegue la vittima che ha sporto denuncia e si dice convinta “di saperlo riconoscere se sarà necessario: si tratta di un volto noto che sale spesso sul bus dalla zona del Sert”. La ricostruzione ricondurrebbe, quindi, ad un tossicodipendente, probabilmente un senza fissa dimora che gravita nella zona della stazione. La questione quindi, da deprecabile segnale di inciviltà e grave gesto di violenza, diventa ben più complessa e chiama in causa il disagio e le fragilità che si evidenziano sempre più di frequente sul territorio, producendo sempre maggiori difficoltà nell’offrire risposte a problemi che innescano allarme sociale e tensioni. A subirne le conseguenze sono coloro che lavorano in strada tutti i giorni e tra questi ci sono gli autisti degli autobus “che sono tra le professioni più esposte nel dover affrontare situazioni di disagio sociale – afferma Davide Bertolassi, sindacalista Filt-Cgil spiegando che il bus – alle prime ore della mattina può diventare un posto caldo dove i clochard cercano riparo. In diversi casi non si verificano problemi, ma se dietro c’è un forte disagio, magari anche psichiatrico, si possono creare situazioni pericolose come quella di venerdì. Ci vorrebbero dei filtri, perché non si possono scaricare su un conducente problemi che devono essere assunti dalla collettività. A Brescia si fa molto su questo fronte, ma di certo i continui tagli al sociale del governo non aiutano. Non si può però scaricare la questione sugli autisti: non sono degli psicologi e nemmeno assistenti sociali”. Una categoria alle prese con la difficoltà a reperire personale e con continue dimissioni che per i sindacati sono da ricondurre a condizioni di lavoro sempre peggiori e stipendi bassi: “È un circolo vizioso – articola Maurizio Murari dei Cobas Trasporti, che annunciando come coinvolgerà anche Brescia lo sciopero nazionale promosso insieme a Orsa e Usb per l’intera giornata il prossimo 24 gennaio sostiene che – se il servizio fosse migliore tante situazioni di tensione tra autisti ed utenza verrebbero depotenziate: lavorare con maggiore serenità, migliorare le condizioni economiche e garantire maggiore regolarità e qualità del servizio eviterebbe molti eventi spiacevoli”. Invece, conclude il sindacalista, “in tutta Italia ci troviamo di fronte ad un continuo definanziamento del trasporto pubblico che è alla base delle difficoltà che si registrano, comprese diverse aggressioni”.

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