Le due psicologhe del carcere di San Vittore sono state iscritte nel registro degli indagati per favoreggiamento e falso ideologico. Le professioniste avevano redatto una relazione e sottoposto ad Alessia Pifferi un test sul quoziente intellettivo. La donna è attualmente sotto processo a Milano per l’omicidio pluriaggravato della figlia Diana, di soli 18 mesi, che venne lasciata da sola in casa per una settimana e morì di stenti.

Il Pubblico Ministero Francesco De Tommasi ha contestato la relazione delle psicologhe, affermando che queste avrebbero fornito all’imputata una tesi difensiva alternativa, basata sulla possibile presenza di un disturbo mentale, manipolando così la donna. La Polizia penitenziaria ha eseguito delle perquisizioni nei confronti delle due psicologhe.

L’accusa mossa alle professioniste è molto grave, in quanto si tratta di un’ingerenza nella giustizia e di un possibile abuso della loro posizione di autorità. La relazione redatta dalle psicologhe avrebbe potuto influenzare negativamente l’andamento del processo e la valutazione della colpevolezza di Alessia Pifferi.

È importante sottolineare che il ruolo delle psicologhe all’interno del sistema penitenziario è fondamentale per garantire il benessere mentale e la riabilitazione dei detenuti. Tuttavia, è altrettanto importante che queste professioniste operino in modo etico e rispettino i principi fondamentali della loro professione.

L’indagine in corso dovrà accertare se effettivamente le psicologhe hanno commesso delle irregolarità nel redigere la relazione e se hanno influenzato in modo indebito l’imputata. Nel frattempo, è necessario riflettere su come migliorare il sistema di controllo e di supervisione delle attività svolte dalle psicologhe all’interno del carcere, al fine di evitare possibili abusi e garantire la correttezza delle valutazioni effettuate.

La morte della piccola Diana è una tragedia che ha sconvolto l’opinione pubblica e che richiede una giusta e imparziale valutazione da parte della giustizia. È fondamentale che il processo si svolga nel rispetto delle regole e che venga garantita giustizia sia per la vittima che per l’imputata.

In conclusione, l’iscrizione nel registro degli indagati delle due psicologhe del carcere di San Vittore per favoreggiamento e falso ideologico rappresenta un fatto grave che richiede un’attenta analisi da parte delle autorità competenti. È importante che venga fatta piena luce sulla vicenda al fine di garantire la correttezza e l’imparzialità del processo.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui