Dopo dieci anni, una donna di nome Manuela Colombo di Seregno ha ricevuto una richiesta di pagamento di 29,77 euro per una prestazione al Pronto Soccorso di cui non sembra ricordarsi. Questo caso si aggiunge ad altri casi simili di cittadini che, dopo molto tempo, ricevono avvisi di pagamento da parte delle Asst del territorio.

Manuela Colombo è rimasta sorpresa quando ha ricevuto l’avviso di pagamento e non si è riconosciuta in nessuna esperienza al Pronto Soccorso. La prestazione in questione riguardava un sospetto osso di pollo conficcato nella trachea, ma né la donna né i suoi familiari ricordano un episodio del genere. Nonostante ciò, per evitare di pagare una multa, Manuela ha deciso di pagare il ticket.

La donna ha cercato di verificare il corretto pagamento della prestazione sanitaria, ma le sue telefonate sono state inutili, poiché è stata rimpallata tra vari uffici senza ricevere una risposta.

L’ospedale San Gerardo di Monza ha risposto alla questione. Secondo loro, l’accesso al Pronto Soccorso è avvenuto effettivamente nel settembre 2014, con priorità di ingresso in codice verde e priorità di dimissione in codice bianco. In base alla normativa, per gli accessi con questa classe di priorità è previsto il pagamento delle prestazioni, che viene richiesto successivamente se non avviene nell’immediato.

L’ospedale sottolinea che Manuela Colombo ha citato una diagnosi non presente nella richiesta di pagamento ma presente nel verbale del Pronto Soccorso, dimostrando così di aver effettuato l’accesso. La richiesta di pagamento è stata inviata nei termini di prescrizione decennale previsti dalla legge.

L’ospedale conferma quindi la legittimità della richiesta, basata su una prestazione effettivamente erogata e avvenuta nel rispetto della normativa.

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