Il processo contro il brigadiere Antonio Milia sta procedendo: lo scorso mercoledì si è tenuta l’udienza davanti al Collegio del Tribunale Militare di Verona, composto da due giudici togati e da un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri. Il brigadiere era stato rinviato a giudizio lo scorso novembre.
Le accuse a carico di Antonio Milia sono chiare: “Insubordinazione con violenza pluriaggravata”. L’aggravante risiede nei motivi futili che hanno portato all’omicidio del comandante Doriano Furceri nella Caserma di Asso. La difesa aveva chiesto il rito abbreviato, ma tale richiesta non è stata accolta.
“Per poter procedere con il rito abbreviato, cioè basare il processo sulle indagini attuali, è necessario che non vengano considerate le aggravanti”, spiega Roberto Melchiorre, avvocato difensore di Antonio Milia. “Ci sembra che le aggravanti non siano coerenti con l’incapacità di intendere e volere di Milia al momento dell’omicidio. Come è possibile che i motivi siano futili se l’imputato non era in grado di capire ciò che stava facendo? Per noi il rifiuto del rito abbreviato è un grande danno, adesso procederemo con il rito ordinario”.
L’ex carabiniere è accusato di aver ucciso il comandante Furceri nella caserma di Asso. L’episodio, che ha incluso anche un asserragliamento di Milia nella caserma con il corpo del comandante come ostaggio, è avvenuto nella notte del 27 ottobre 2022. Lo scorso novembre, alla fine della camera di consiglio preceduta dall’audizione di un perito chiamato dal giudice per una revisione periodica della pericolosità sociale dell’imputato, il processo è stato rinviato a giudizio. La pericolosità sociale è stata confermata. L’udienza riprenderà il 27 febbraio con l’audizione dei testimoni.
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