Uniti nell’amore, fino all’ultimo istante. Oggi, sabato 27 gennaio, a Carnate sono state posate due pietre d’inciampo in memoria dei coniugi Alessandro Colombo e Ilda Zamorani, storici titolari della Fornace, un’attività oggi dismessa situata nella via che porta il loro nome.
La cerimonia si è svolta questa mattina in via Barassi, di fronte alle scuole medie e vicino al Monumento ai caduti di Carnate, luogo centrale del paese. I parenti dei coniugi Colombo hanno “battezzato” le pietre d’inciampo: i nipoti Alberto, Aldo, Dida, Guido e Bianca, così come la bisnipote Susanna.
“Per tanti anni non si è mai parlato di questa tragedia in famiglia, perché era un ricordo troppo doloroso. Poi però mio papà e i miei zii hanno deciso di raccontare e portare la propria testimonianza anche nelle scuole, affinché quello che è accaduto ai nonni non venisse mai dimenticato e se ne tenesse viva la memoria. Grazie a tutta la comunità di Carnate per questo momento”, ha dichiarato uno dei parenti dei coniugi Colombo.
La storia di Alessandro e Ilda è una storia di coraggio e amore. Alessandro Colombo nacque il 17 dicembre 1875 a Pitigliano da una famiglia ebraica. Lavorò come funzionario di ragioneria presso diverse prefetture e ricoprì la carica di ragioniere unico presso la congregazione di carità di Monza. Insegnante di ragioneria, insieme alla moglie Ilda rilevò la “Ceramica Briantea” a Carnate. Nel 1939, a causa delle leggi razziali, dovettero dichiararsi di appartenenza alla razza ebraica. Dopo l’8 settembre 1943, si trasferirono a Milano per nascondersi, ma Alessandro decise di tornare a Monza per recuperare le fotografie dei nipoti e fu denunciato. Fu arrestato e trasferito nelle carceri di Monza e poi a San Vittore. Ilda, quando seppe dell’arresto del marito, si consegnò spontaneamente a San Vittore per non lasciarlo solo. Il 6 dicembre 1943, furono deportati ad Auschwitz e uccisi nelle camere a gas.
Alla cerimonia di oggi erano presenti anche il sindaco Rosella Maggiolini e gli esponenti della Giunta, che hanno svelato una targa con una frase tratta dal Talmud: “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”.
“Abbiamo deciso di posizionare le due pietre in questo luogo perché è più centrale rispetto alla zona della Fornace, dove la via Colombo già tiene viva la loro memoria, e quindi più di passaggio. Inoltre, ci troviamo di fronte alla scuola e quindi questa cerimonia assume un valore maggiormente simbolico: i giovani rappresentano il nostro futuro e devono essere aiutati a non dimenticare affinché diventino, un domani, uomini e donne di pace e tolleranza”, ha spiegato il sindaco.
È importante ricordare per non dimenticare. Queste pietre d’inciampo a Carnate sono un segno tangibile della memoria di Alessandro e Ilda, una memoria che deve essere tramandata alle future generazioni affinché la storia non si ripeta.