Monza, processo per stalking: un imprenditore 46enne sarà giudicato per atti persecutori nei confronti di un insegnante 36enne. La storia ha avuto inizio alla fine del 2019, quando i due si sono conosciuti casualmente a una cena tra amici. Da quel momento è nata un’amicizia, almeno secondo il più giovane dei due. Entrambi non hanno mai parlato apertamente della propria omosessualità. Durante il lockdown del marzo 2020, l’amicizia ha avuto una pausa e i due si sono sentiti solo attraverso chat. Appena il periodo di isolamento è finito, si sono rivisti, ma sempre come amici, senza ulteriori implicazioni. Alla fine del 2021, il trentaseienne ha incontrato un coetaneo durante un viaggio all’estero, iniziando una relazione sentimentale. Quando il quarantaseienne ha saputo della relazione, non l’ha presa bene e ha dichiarato il suo interesse sentimentale verso l’amico. Di fronte al rifiuto, l’imputato avrebbe iniziato a tempestare di telefonate il trentaseienne, aspettandolo sotto casa, suonando al citofono di sera per disturbarlo, minacciandolo lui e sua madre e costringendolo a cambiare le sue abitudini di vita, persino a rinunciare a uscire per motivi di lavoro. All’inizio del 2022, l’insegnante si è rivolto ai carabinieri e ha presentato denuncia per stalking nei confronti di colui che credeva un amico. La denuncia è supportata da prove, come messaggi, telefonate e foto inviate dall’imputato, che dimostrano il suo controllo sulla vittima. Inoltre, si racconta che una notte l’avrebbe avvicinato con la macchina e avrebbe tentato di costringerlo a finire contro il guard rail, minacciando di chiamare i carabinieri. La vicenda ha portato il pm monzese a chiedere il rinvio a giudizio del quarantaseienne per atti persecutori e minacce. Il processo è stato rinviato ad aprile prossimo.